È stato intitolato “Il dono” il monumento che la sezione Avis di Volpago del Montello ha voluto realizzare in onore di tutti i donatori passati, presenti e futuri.
L’inaugurazione dell’opera realizzata in ferro e pietra dallo scultore Valentino Moro di Miane, è avvenuta all’esterno della chiesa di Venegazzù in occasione dell’annuale festa sociale.
“Il sangue è vita – si legge nella presentazione della scultura -, è il simbolo potente della solidarietà e dell’aiuto. L’albero rigoglioso che accoglie tra i suoi rami, simili a braccia, un cuore, rappresenta la generosità di chi contribuisce alla speranza di salute del prossimo. La pianta ancorata a terra è rivolta al cielo esprime il valore della donazione: è un atto d’amore gratuito che rende l’uomo ancora più umano”.
Con quest’opera il celebre scultore del ferro, che da tempo pone al centro della sua ricerca poetica il tema dell’albero, conferma le sue capacità espressive: i rami flessuosi che custodiscono il prezioso cuore sono realizzati con rara perizia tecnica e notevole dinamismo.
Dallo scorso maggio e per un quadriennio è in carica il nuovo consiglio direttivo dell’Avis comunale presieduto da Alessandro Bon: “Ho accettato questo incarico perché credo nella squadra dei consiglieri, un gruppo resiliente, che affronta le difficoltà senza perdersi d’animo. È merito loro se in questi anni, nonostante il Covid, la nostra sezione è cresciuta sia per numero di iscritti, sia per totale di donazioni: ad oggi abbiamo 371 soci, erano 303 nel 2020 e 279 l’anno precedente, mentre le donazioni sono arrivate in questi primi 9 mesi già a 352, ben più di quelle dello stesso periodo del 2019 che erano state 316 e del 2020, scese, ma meno del temuto, a 289”.
A questo risultato si è arrivati anche grazie al Progetto Scuola, che sensibilizza gli studenti di 4 e 5 superiore a Montebelluna ed è stato applicato anche a livello provinciale.
La sede dell’Avis è disposta su due piani e occupa una parte di uno stabile di proprietà comunale in pieno centro: le vigenti normative sanitarie hanno portato ad una riorganizzazione delle donazioni per evitare assembramenti all’interno e facilitare ingresso e uscita.
“Uno dei nostri fiori all’occhiello – aggiunge Bon – è l’accoglienza e l’accompagnamento passo passo specialmente dei nuovi donatori: li assistiamo fin dall’arrivo, passando alla compilazione del questionario anamnestico, alla registrazione in segreteria, all’ambulatorio medico e alla sala dei prelievi. Anche al congedo ci teniamo molto, con la sala ristoro al piano terra, dove si può anche socializzare con più libertà”.
Dallo scoppio della pandemia nessuno dei donatori volpaghesi che si è presentato in sede o ai centri trasfusionali è stato contagiato dal Covid. “Una volta si invitava a donare solo se si era in buona salute, adesso diciamo che deve essere ottima; noi invitiamo tutti a vaccinarsi, perché ne va del bene di tutti. Può essere donatore anche chi il Covid ce l’ha avuto, ma deve avere il certificato di guarigione”.
Al termine della cerimonia religiosa in suffragio dei donatori defunti e prima del pranzo sociale nei vicini locali della parrocchia, sono state consegnate le benemerenze con diploma e distintivo, a seconda dei traguardi raggiunti.
Questo è l’elenco dei riconoscimenti:
Distintivo in oro con rubino (75 donazioni): Stefano Cadorin e Valeria Marigliano.
Distintivo in oro (50): Marco Cecchetto, Tiziano Facchin, Giuliano Marsura, Andrea Semenzin.
Distintivo in argento dorato (36): Orazio Cristofolo, Elena Merotto, Stefano Pedron, Damiano Rizzardo, Eddi Santolin, Elena Sicchiero, Liberato Zaccaria.
Distintivo in argento (16): Daniele Bonesso, Luca Bordignon, Andrea Cauduro, Gianni Dall’acqua, Giacomo Favaretto, Stefano Torresan.
Distintivo in rame (8): Davide Baratto, Isacco Bonesso, Eleonora Bordignon, Nicola Bordignon, Andrea Bordin, Roberta Bragato, Silvia Busolin, Giada Cadorin, Francesco Casonato, Luca Dal Colle, Nicole Furlanetto, Mirco Gobbato, Gelcileia Maria Loss, Sabrina Santagata, Marco Slongo.
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