Dal Montello all’Africa: a 80 anni dalla morte, Volpago ricorda l’attività diplomatica di Jacopo Gasparini in quella che fu la villa di famiglia

Il tratto della strada “Schiavonesca Marosticana” che unisce il centro di Volpago con Venegazzù e fino al confine con Montebelluna è intitolato a Jacopo Gasparini.

Appartenne alla sua famiglia anche la villa che fu prima Spineda e poi Loredan, prima dei passaggi alla famiglia Benetton, a Veneto Banca, oggi Intesa San Paolo.

Proprio in quegli spazi che ne videro i natali il 23 marzo 1879 Gasparini e la sua attività di diplomatico del Regno d’Italia saranno ricordati questa sera, in villa.

Va considerato uno dei maggiori diplomatici della nostra storia nazionale – afferma Marino Parolin, che sarà il moderatore dell’incontro – e una delle figure più innovative dell’epoca. Era un liberale di stampo giolittiano e fu promotore di iniziative per lo sviluppo dell’Africa orientale, ben lontane dall’ideologia coloniale impositiva di Mussolini”.

Dopo la laurea in Giurisprudenza Gasparini entrò nella carriera amministrativa, partecipando alla stesura del Trattato di Versailles, che chiuse le vicende della Grande Guerra; dopo un primo incarico diplomatico in Somalia fino al 1919, fu Governatore dell’Eritrea dal maggio 1923 al maggio 1928, occupandosi della ricostruzione dopo il terremoto che aveva colpito la zona.

“Volle sviluppare il commercio e l’agricoltura per facilitare la pacificazione fra le varie tribù – precisa Parolin -; la sua capacità di visione lo portò ad instaurare relazioni con lo Yemen, riconoscendone l’indipendenza dal dominio britannico e stilando un patto di amicizia con l’Italia che è ancora vigente”.

Fu Mussolini a richiamarlo in Italia per le divergenze sulla politica nel Corno d’Africa; nominato senatore, carica che mantenne fino alla morte ad Asmara il 16 maggio 1941, tornado spesso in Africa per curare alcuni progetti di sviluppo. Gasparini fu anche Presidente della Cassa di risparmio della Marca trevigiana e mantenne un rapporto anche col paese natale.

“Ci tornava saltuariamente – dice Parolin – per far visita alla famiglia, sostenere l’attività dell’asilo Spineda, occuparsi della cura della chiesa di Venegazzù e di creare un’azienda agricola. Di questo ci eravamo occupati già dieci anni fa con una ricerca documentale realizzata assieme a Massimo Visentin e Alessandro Facchin“.

Alla serata di oggi, organizzata dal Comune di Volpago del Montello, dalle ore 21 (ingresso su prenotazione con Green Pass) interverranno anche Irene Bolzon, conservatrice del MeVe di Montebelluna, per approfondire il contesto delle ville venete, ed Elisa Bellato, antropologa, che illustrerà altri aspetti dell’opera di Gasparini.

(Foto: Web).
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