Era il luglio del 1971 quando il professor Cesare Maltoni, al Castello di Bentivoglio nella pianura bolognese, diede il via ad un grande progetto sperimentale sulla cancerogenicità del cloruro di vinile, un composto utilizzato soprattutto per produrre polimeri plastici.
Molti operai delle fabbriche che all’epoca producevano e lavoravano plastiche erano esposti proprio al cloruro di vinile. L’anno dopo la ricerca evidenziò i primi casi di angiosarcoma del fegato; nel 1973 fu segnalato il primo caso in un lavoratore di una fabbrica di PVC negli Stati Uniti d’America.
I risultati degli studi del professor Maltoni, scomparso 20 anni fa, dimostrarono per la prima volta che le ricerche potevano salvare delle vite. In seguito furono analizzati gli additivi delle benzine, i farmaci, i pesticidi, le radiazioni, gli zuccheri artificiali.
Nel 2021 il centro di ricerca dell’Istituto Ramazzini compie 50 anni e tra le sezioni più attive c’è quella di Volpago del Montello, una delle pochissime al di fuori dell’Emilia Romagna.
Nei giorni scorsi la sezione ha approvato il bilancio e nominato i delegati per l’assemblea generale che si è svolta il 10 luglio nel bolognese. All’incontro ha partecipato anche il direttore del centro di ricerca Daniele Mandrioli, che ha presentato una sintesi delle ricerche attualmente in corso da parte dell’Istituto.
“Per quanto riguarda il glifosato, il pesticida più venduto al mondo e largamente utilizzato nella agricoltura estensiva degli Stati Uniti e del Canada, uno studio pilota iniziato nel 2016 ha evidenziato effetti negativi sui bambini e sui feti, con accumuli nei tessuti e nelle urine e alterazioni all’apparato riproduttivo. Questo accade nonostante i livelli ammessi dall’Unione Europea siano più di 3 volte inferiori a quelli ammessi negli Stati Uniti”.
Anche per quanto riguarda le radiofrequenze, e quindi le antenne per i cellulari, la normativa italiana ha limiti molto più stringenti, dieci volte inferiori a quelli di Unione Europea e Stati Uniti.
“La maggiore esposizione – ha spiegato il professore – deriva però non dai ripetitori delle antenne radiobase, ma dalle frequenze emesse direttamente dai telefoni cellulari che portiamo in mano o avviciniamo alla testa. L’effetto più frequente ed evidente a tutti è infatti quello del riscaldamento: il rischio è più basso ma statisticamente significativo, con una chiara evidenza negli Stati Uniti di danni a cervello, cuore e ghiandole surrenali“.
Sul 5G, di cui tanto si parla in quest’ultimo periodo, c’è molta prudenza perché mancano ricerche a lungo termine.
Non è mancato poi un riferimento al Covid-19. “Se trova terreno fertile – ha spiegato Mandrioli – ovvero persone indebolite da altre malattie, è più facile che il virus possa propagarsi più velocemente e con danni maggiori. La stessa cosa era successa anche con i virus Mers e Sars negli anni scorsi e la presenza delle polveri sottili PM 2,5 che fa crescere maggiormente la mortalità, che infatti risulta più alta nelle aree più inquinate dalle polveri”.
La volpaghese Paola Tonellato, indicata come rappresentante territoriale nel rinnovato Consiglio di amministrazione, è stata tra le prime promotrici in zona dell’attività dell’Istituto Ramazzini.
“È importante rinforzare il legame tra quello che si fa al centro di ricerca di Bologna e i territori: le problematiche della zona volpaghese o montelliana, ma anche della Sinistra Piave dove aprirà la sezione di Vittorio Veneto, hanno specificità che meritano di essere portate all’attenzione dei ricercatori. Viceversa è bene che tutti conoscano le ricadute degli studi che vengono fatti; in questo senso è importante che anche il Comune di Volpago sia ufficialmente socio dell’Istituto“.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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