Più di 150 persone hanno partecipato alla Messa solenne celebrata oggi, 12 settembre, nella chiesa parrocchiale di Volpago per festeggiare il 60° anniversario di sacerdozio di don Diego Semenzin.
Nato il 31 gennaio 1935 da una numerosa famiglia contadina, ha avuto altri due fratelli consacrati, Rino e Giovanni, diventati Padri Redentoristi e deceduti alcuni anni fa, tre sorelle e un altro fratello, tutti sposati; nipoti e pronipoti si sono raccolti oggi intorno all’amato zio, assieme alle comunità di Volpago e Venegazzù, dove da tempo svolge servizio di collaboratore pastorale.
Conosciuto in tutta la diocesi di Treviso, ma anche fuori di essa, come conferenziere e formatore, don Semenzin è stato cappellano a Biadene e Meolo, per cinque anni parroco di Arcade; ma è stato soprattutto per decenni insegnante, in particolare al Liceo Da Vinci di Treviso, e direttore dell’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica.


Del suo rapporto con gli studenti e con i docenti, che aveva il compito di nominare, ha fatto spesso fonte di ispirazione anche per le sue omelie, in cui spesso esortava, come ha fatto anche in quella odierna, a compiere il proprio dovere, a riconoscere i propri limiti e a mettere a frutto i propri talenti. Grande appassionato di musica classica e anche rock, fu uno dei primi a promuovere e sostenere l’uso degli strumenti moderni nelle celebrazioni.
“La gratitudine e la riconoscenza – ha detto il parroco don Massimo Lazzari – sono i sentimenti che più abitano il nostro cuore. E questo vale non solo per noi delle comunità di Volpago e Venegazzù, ma anche per tutte le persone che don Diego ha incontrato nei suoi 60 anni da sacerdote, ricevendo consigli, insegnamenti, indicazioni, aiuto, sostegno e lavoro. Per tutto quello che hai fatto, non c’è retribuzione adeguata: ci penserà il Padre Eterno al momento opportuno, è lui che ha operato nella sua vita. È questo che ci porta a ringraziare Dio oggi e in ogni domenica che celebriamo assieme”.
Da parte dei fedeli delle due parrocchie don Diego ha ricevuto in dono una piccola scultura in legno raffigurante la Sacra Famiglia, presentata con queste parole alla fine della celebrazione: “Sei stato e sei un punto di riferimento e un esempio per il ruolo di educatore e formatore di giovani, adulti, genitori; la tua presenza costante, generosa e fedele nelle nostre parrocchie ha seminato molto attraverso gli incontri, la confessione, la Messa e le omelie semplici e concrete. Hai attorno a te la tua famiglia di origine, riunita qui e in cielo, la famiglia dei tuoi confratelli sacerdoti e anche la famiglia di queste comunità, che vogliono dirti il loro grazie con un piccolo dono. È un’opera nata dalle mani di un nostro artista, Lino Fiorentin, che l’ha scolpita qui ai piedi del Montello, dove l’aria e il vino sono buoni e dove, caro don Diego, tu sarai sempre a casa”.


L’anziano sacerdote, rientrato da pochi giorni da un ricovero in ospedale per alcuni problemi cardiaci di cui soffre fin dall’infanzia, ha voluto a sua volta ringraziare le due comunità: “Io ho dato molto a voi, ma anche voi avete dato molto a me. I medici mi hanno suggerito di evitare emozioni forti e discussioni animate, vietandomi anche di guardare competizioni sportive in televisione (è grande appassionato di volley, ndr). La vostra disponibilità, il vostro sorriso, la vostra pazienza e costanza mi sono sempre state di grande aiuto“.
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