Nel giorno in cui è stata iniettata per la prima volta una terza dose di vaccino contro il Covid, in cui si legge di un’azienda privata che pagherà i tamponi ai suoi dipendenti che non vogliono immunizzarsi, esce alla luce una vicenda che si inserisce nel dibattito politico in corso proprio sul costo dei test e l’obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori.
La racconta lo stesso protagonista, Roberto Rizzon, 50enne collaboratore della Biblioteca comunale di Volpago con un contratto di tirocinio attivato tramite il Servizio Integrazione Lavoro: si occupa di inventario, incartare e sistemare i libri per 27 ore settimanali. “Io il vaccino non lo faccio per timore e agisco nel pieno rispetto della legge, dato che le iniezioni non sono obbligatorie. Ma l’imposizione del Green Pass mi mette in difficoltà economiche e rischia di svuotarmi le tasche: sono disposto a fare i tamponi ogni tre giorni, ma dovrei pagare, conti alla mano, fino a 180 euro al mese e io dal tirocinio ne prendo 200. Come faccio?”.
Rizzon dal 2007 vive in un appartamento a poca distanza, di cui paga l’affitto e le spese grazie alla modesta pensione e all’accompagnatoria; in passato era stato ospite della comunità alloggio “Casa dei Giacinti”, struttura che accoglie adulti con disabilità congenite ed acquisite, privi di nucleo familiare.
Il Green Pass sarà obbligatorio dal 15 ottobre per tutti i lavoratori del settore pubblico e privato; senza la certificazione si viene considerati assenti ingiustificati e, dopo il quinto giorno, scatta la sospensione senza stipendio.
Il prezzo dei tamponi è stato calmierato a 15 euro anziché 22 per gli adulti, ma il dibattito politico, in attesa del testo definitivo del decreto, resta aperto.
Da parti diverse (i segretari di Cgil Landini e Lega Salvini) l’appello è a non scaricare i costi sui lavoratori; il Governo, combinando l’obbligo di Green Pass e la non gratuità dei tamponi, intende invece dare una spinta decisiva per il raggiungimento della copertura vaccinale.
“Il mio medico di base – aggiunge Rizzon – mi ha detto che non sono nelle condizioni per ottenere l’esenzione vaccinale e quindi il Green Pass; ma ho una disabilità certificata al 100%, ho avuto di recente una trombosi a una gamba, un caso di tachicardia, e sono allergico al principio dell’enoxaparina. Potrei provare con una visita specialistica neurologica, ma al momento l’unico modo per poter andare a lavorare è fare i tamponi, calcolando sempre la validità ridotta nel tempo. Mal che vada rinuncerò ad un giorno di lavoro a settimana, facendo due tamponi invece di tre. Io indosserò sempre la mascherina quando va messa, ma sono un libero cittadino: il vaccino è sperimentale e non mi fido”.
Il sindaco Paolo Guizzo annuncia l’intenzione di interessarsi del caso: “Non sapevo che il signor Rizzon si trovasse in questa condizione relativamente alla certificazione verde. Vedremo in tempi molto stretti di chiarire la situazione”. La responsabile dell’ufficio cultura Angela Trevisin precisa che sono in corso da tempo approfondimenti sull’effettiva applicazione della normativa sul Green Pass in situazioni come questa.
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