Sono passati poco più di tre anni da quando il Comune di Volpago ha acquisito gratuitamente dal Demanio l’area di quasi mille ettari del dismesso deposito militare di munizioni, costruito nel 1966 nell’area boschiva del Montello.
La zona, abbandonata da tempo, è andata in progressivo degrado, sia nella parte vegetale, non più controllata e gestita, sia per le strutture presenti all’interno, adibite a depositi, ricoveri e alloggi per i militari.
L’intenzione è di recuperare e salvaguardare l’area, considerata di grande valore ambientale e storico, essendo inserita all’interno del sito della Rete Natura 2000 denominato “Grave del Piave”.
“Abbiamo deciso di cercare finanziamenti nel programma comunitario “Life” – spiega il sindaco Paolo Guizzo -, che dal 1992 sostiene la realizzazione di iniziative di carattere ambientale. Per questo abbiamo incaricato più di un anno fa una società specializzata, la Venetian Cluster srl di Venezia, di stilare un progetto per la richiesta di finanziamento alla Commissione Europea, che ha valutato ottimamente la documentazione inviata”.
La proposta elaborata, che si chiama “Life Mons”, ha infatti ricevuto 33 punti, appena 2 sotto la soglia stabilita, per la presenta di alcune criticità, che possono essere risolte.
“E’ stata chiesta – aggiunge il primo cittadino – l’estensione del progetto a zone vicine e simili: abbiamo trovato la collaborazione coi Comuni di Cornuda per il bosco del Fagarè e di Sernaglia della Battaglia per l’area del Piave. Con queste integrazioni, che sono in fase di elaborazione, contiamo di presentare la documentazione completa, appena sarà pubblicato il bando europeo, che è stato rinviato a causa del Covid. Dovrebbe essere questione di giorni”.
Per fare questo l’iniziale spesa di 9.150 euro per la stesura del progetto è stata integrata di altri 4.392 euro, in modo da procedere in tempi celeri al completamento del dossier, che dovrebbe portare, con buone probabilità, all’accesso ai finanziamenti europei del Programma Life, oggi gestiti dall’Agenzia Esecutiva Europea per il Clima, le Infrastrutture e l’Ambiente.
Resta ancora in sospeso tutto il capitolo relativo alla bonifica dell’amianto presente in gran parte degli oltre 60 edifici presenti sulla collina.
“Anche lì – conclude Guizzo – la pandemia ha rallentato le procedure e ancora non conosciamo l’esito della domanda che abbiamo già da tempo inoltrato. Confido che si possa sbloccare tutto al più presto“.
(Fonte: per concessione di Luciano Pizzolato).
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