Volpago del Montello, il nuovo appalto per la mensa scalda il dibattito in consiglio comunale. Il sindaco: “Scelta sofferta ma obbligata”

E’ arrivato il via libera del consiglio comunale di Volpago del Montello per la scelta del nuovo gestore del servizio di ristorazione scolastica e per gli anziani a domicilio. Della selezione si occuperà tramite una gara pubblica la Stazione appaltante della Provincia di Treviso.

L’attuale convenzione in vigore con l’associazione mensa “Don Biagio Maccagnan”, che operava tramite l’omonima cooperativa sociale, è infatti in scadenza al 30 giugno 2022, dopo un triennio di affidamento diretto e un anno di proroga.

La scelta dell’amministrazione è stata obbligata – ha spiegato durante il dibattito l’assessore all’istruzione Giuliana Livotto perché, considerando che abbiamo 52 mila pasti per scuola e 11.700 per gli anziani per un valore annuale di oltre 194 mila euro, dobbiamo applicare le procedure degli appalti. Non sussistono infatti le condizioni per la gestione nella forma della convenzione vigente”.

“E’ da tempo che stiamo affrontando la questione – ha aggiunto il sindaco Paolo Guizzo – e si tratta di una decisione sofferta, ben conoscendo la storia dell’associazione, iniziata 26 anni fa. Nulla impedisce alla cooperativa di partecipare al bando. Sottolineo che quando si parla di offerta economicamente più vantaggiosa non si tratta solo di costi. La graduatoria sarà formata calcolando per l’85% le caratteristiche del servizio e la qualità dei prodotti e solo per il 15% il prezzo finale del pasto”.

Voci contrarie si sono alzate dai banchi dell’opposizione, che ha chiesto un rinvio del punto in discussione, parlando di decisione grave, di scelta politica e non tecnica e invocando l’applicazione del Codice del Terzo Settore, anziché del Codice degli Appalti. Anche l’Associazione, che meno di un mese fa aveva partecipato ad un incontro pubblico con l’amministrazione (qui l’articolo) ha criticato in una nota l’operato del Comune.

“Anziché continuare la strada della coprogettazione che richiede tempo, fatica e risorse – afferma l’associazione -, ha preferito valorizzare la libera concorrenza, la logica del mercato, ben sapendo che Associazione e Cooperativa sono piccole realtà, che in un tale contesto potrebbero essere annientate dai colossi del mercato”.

La preoccupazione è anche per le ricadute occupazionali, dato che, dei 20 soci attivi, ben 19 sono donne. A metà degli anni ’90 furono alcuni genitori a dare vita a questa realtà, perché insoddisfatti dei servizi offerti dalle realtà industriali.

“Confidiamo – chiude la nota – che l’Amministrazione comunale riveda le proprie posizioni, valutando le alternative proposte e mettendo in atto la normativa vigente come evidenziato dal Decreto 72/2021 del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, considerando quello che in 26 anni di collaborazione è stato fatto con cuore, impegno, forza e coraggio dai nostri padri per noi e per i nostri figli”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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