Volpago, nuova vita per il campanile di Venegazzù: un accurato restauro conservativo ha restituito eleganza e ridato alle pietre la luce originale

Nulla più di un campanile può rappresentare l’identità di un paese, tanto da diventarne simbolo riconoscibile anche a distanza. Da quasi 140 anni la comunità di Venegazzù ha nella torre campanaria adiacente alla chiesa di Sant’Andrea un’immagine visibile della propria storia.

Una targa sopra la porta d’ingresso la definisce “simbolo di cristiana concordia” eretta dai parrocchiani negli anni 1865-1880, quando il parroco era don Giuseppe Durante.

A ridosso del Natale si sono conclusi i lavori di restauro conservativo che si erano resi necessari per lo stato di degrado in cui versava il rivestimento esterno. Da alcuni mesi dalle pareti nord ed est si staccavano infatti frammenti di mattoni e pietre con pericolo per le persone in transito sul sagrato della chiesa o sulla vicina pista ciclabile.

“Siamo contenti di restituire alla parrocchia di Venegazzù il campanile, al termine di una minuziosa opera di restauro” dice Rudy Mazzero, legale rappresentante della Nge srl di Farra di Soligo che ha eseguito i lavori. “Abbiamo rispettato i tempi previsti di tre mesi, grazie alla competenza del nostro personale specializzato e di due restauratori professionali, Dario Bianco per le parti in pietra e Paola Orsolon che ha eseguito interventi decorativi”.

La torre non aveva problemi di staticità, ma sui quasi 1000 metri quadrati di superficie delle facciate si è dovuto intervenire puntualmente per riportare a nuova luce il manufatto. Progettazione e direzione dei lavori sono stati affidati all’architetto Fabio Nassuato.

“L’usura del tempo e l’effetto degli agenti atmosferici ha causato un forte degrado sul rivestimento esterno di mattoni e anche su altre parti. Molti li abbiamo sostituiti, altri li abbiamo integrati, lasciando comunque alcune lacune, come si usa nella logica del restauro conservativo. Anche i cornicioni in pietra d’Istria hanno avuto bisogno di intervento, comprese le graffe in metallo che connettono i vari elementi”.

Le infiltrazioni d’acqua hanno causato nel corso dei decenni la formazione di muffe e lo sgretolamento sia delle parti più morbide in laterizio, sia di quelle in pietra più dura. “Il quadrante dell’orologio rivolto ad est era quello in condizioni peggiori – spiega Nassuato – con tante lesioni nella parte inferiore della parte esterna, quella quadrata. Lo abbiamo consolidato internamente ed esternamente, riconnettendo con una micro armatura le porzioni distaccate”. Tutte le superfici sono state trattate con un prodotto idrorepellente che garantirà una più duratura conservazione del campanile.

“La cura che abbiamo messo nella fase di restauro – aggiunge Mazzero – è la stessa che abbiamo messo anche nell’allestimento del cantiere, rispettando e applicando tutte le normative vigenti sulla sicurezza. Essere vicini ad una strada provinciale molto trafficata, a ridosso della chiesa e sopra una pista ciclabile ci ha posto delle limitazioni, ma abbiamo gestito tutto al meglio delle nostre possibilità. Dobbiamo ringraziare i nostri fornitori di fiducia, il nostro personale, che era formato e informato, gli uffici del Comune di Volpago del Montello, i due parroci che si sono succeduti in questi mesi, don Massimo Lazzari e don Federico Gumiero, e i componenti del consiglio per gli affari economici”.

La spesa per la parrocchia è stata di 220 mila euro, affrontata grazie ad un prestito della parrocchia di Volpago e al bonus facciate. L’intenzione è di sistemare prossimamente anche le facciate della chiesa e la porta di ingresso al campanile, fornendo la possibilità di una visita guidata per presentare i dettagli dell’intervento.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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