11/08 – Continua lo scontro sull’ampliamento delle cave a Volpago. Il sindaco risponde alle minoranze

I gruppi di minoranza Civica per Volpago e Progetto Aperto hanno acceso nuovamente i riflettori sul tema dell’ampliamento delle cave nel territorio del Comune di Volpago del Montello.

Questa volta hanno voluto rispondere alle dichiarazioni del sindaco Paolo Guizzo, che si era espresso sulla cessione (mediante asta pubblica) di quello che il primo cittadino di Volpago ha definito un “reliquato stradale che interessa per una piccola porzione il sedime di cava autorizzato dalla Regione Veneto a fronte di un notevole introito per le casse del Comune (200 mila euro)”.

“Il sindaco – commentano le minoranze – risponde alle nostre critiche affermando che la vendita di 240 metri quadrati di strada non bloccherebbe l’ampliamento della cava. Ciò potrebbe essere anche vero, come del resto è vero che è stato bloccato fino ad ora. Bisogna però riportare l’attenzione sul volume d’affari del cavatore. Sì, perché la ghiaia estratta si misura a metro cubo”. 

“Nel caso specifico – proseguono -, infatti, si potrà scavare fino a 34 metri di profondità, e una strada non venduta proprio in mezzo ad un’area di 22 mila metri quadrati darebbe parecchi problemi non solo logistici ma anche economici, dovendo il cavatore mantenere la distanza di 20 metri dal ciglio di scavo da confini terzi, ma anche fare le scarpate laterali con un’inclinazione non superiore ai 25° all’orizzonte”.

“Fatta la matematica – continuano -, grazie all’acquisizione dell’area comunale il cavatore potrebbe estrarre in tutto circa 650 mila metri cubi di ghiaia, mentre senza l’acquisizione perderebbe un volume di circa 50 mila metri cubi di ghiaia, come riferito dal responsabile dell’Ufficio Tecnico in consiglio comunale. Questi sono i numeri che servono per far capire chi stia facendo il vero affare. Il tutto ruota intorno a 50 mila metri cubi di ghiaia in meno che il cavatore non estrarrebbe se non potesse acquisire la proprietà comunale”.

“E a quanti soldi ammonta questa perdita? – precisano -. Circa 1 milione di euro di vendita in meno, su un totale stimato di circa 13 milioni di euro. Questo è il volume d’affari e il potenziale valore di quell’area. La storiella poi che un Comune ricco come Volpago ha bisogno assolutamente di quei 200 mila euro, con un bilancio comunale positivo per 3 milioni di euro, è ridicola. Non bastasse, per giustificarsi infine il sindaco scarica tutte le colpe sulla precedente amministrazione Toffoletto, responsabile non solo dell’ampliamento delle cave, ma anche di una vendita diretta e senza bando al cavatore”.

“Vorremmo ricordare al signor sindaco – concludono -, che allora era seduto nei banchi dell’opposizione, che era suo dovere come consigliere segnalare e denunciare eventuali irregolarità, cosa che però non ha fatto. Rivangarla adesso per intorbidire le acque non ha senso, anche perché le presunte colpe degli altri non lavano le proprie”.

“Resto sempre stupito dalle argomentazioni della minoranza – afferma il sindaco Guizzo -, un consigliere comunale dovrebbe essere capace di leggere un bilancio comunale, dopo che fra l’altro gli è stato spiegato in ben due consigli comunali consecutivi. Invece non hanno ancora capito che la pubblica amministrazione per appaltare un’opera pubblica deve avere a bilancio tutte le risorse per pagarla, quei 3 milioni di euro sono l’impegno per le opere pubbliche in corso o in fase di appalto”.

“Il Comune di Volpago non è un comune ricco – continua -, anzi ricordo ancora una volta che abbiamo la tassazione, Irpef e Imu, fra le più basse in assoluto in provincia. Da dove derivano allora le disponibilità di bilancio? Dal grande lavoro fatto da questa amministrazione, partecipando a bandi regionali e nazionali che ci hanno finanziato le opere. Ma è un concetto che evidentemente è troppo difficile da comprendere. Vedo poi che sono diventati degli esperti di cave, di escavazioni e di commercializzazione del materiale escavato. Io invece, ahimè, mi affido alla relazione del responsabile lavori pubblici”.

“Noi di territorio potenzialmente escavabile – aggiunge – cediamo ‘con asta pubblica al miglior offerente’ 240 metri quadrati di superficie che considerando 25 metri di profondità di scavo danno 6 mila metri cubi di ghiaia potenzialmente escavabile (a proposito di matematica). Valori molto diversi da quelli calcolati dai ‘novelli esperti di escavazione della minoranza’, area che noi mettiamo in asta a partire da un valore base di 200 mila euro pari a 833 euro a metro quadrato”.

“Ci sono le aree di rispetto e le scarpate – prosegue -, però le aree di rispetto non sono di nostra proprietà e quindi non possiamo venderle. Le scarpate vengono ricostituite in terra vegetale per garantire il ripristino a fini agricoli dell’area. Ricordo poi ai neo-esperti di escavazione che ci sono dei costi per scavare per commercializzare e infine ci sono le tasse da pagare, forse è meglio fare qualche conteggio più dettagliato prima di mettersi in proprio”.

“A parte l’ironia – conclude -, nel conteggio del responsabile lavori pubblici è stato tenuto in debito conto di tutti questi fattori, non si spiegherebbe altrimenti il valore di 833 euro a metro quadrato. Ultima considerazione, io non ribalto colpe su nessuno, ho fatto solo notare che un ex assessore del Pd dell’amministrazione precedente, oggi in minoranza, non aveva mai avuto nulla da ridire non su una, ma su diverse cessioni di aree ai cavatori, quando era in giunta”.

(Autore: Andrea Berton)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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