26/08 – Unione popolare critica la carenza di presidi e il mondo della scuola pubblica: “Servono investimenti reali”

Dieci istituti della Sinistra Piave sono ancora senza preside, nonostante non manchi molto all’inizio di un nuovo anno scolastico (vedi articolo).

Una situazione che è stata commentata così da “Unione popolare”: “Puntuali come ad ogni inizio di anno scolastico, arrivano i disagi annunciati – scrive il gruppo in una nota -. Il recente caos che si è verificato nelle nomine per le supplenze è frutto delle politiche di ‘digitalizzazione’ della scuola che hanno interessato la scuola, sia nell’amministrazione sia nella didattica”.

“Sull’aspetto amministrativo/organizzativo non c’è molto da dire, se non constatare che i nodi problematici che i sindacati avevano sollevato si sono puntualmente manifestati, creando il blocco suddetto: avevano infatti osservato che non c’erano garanzie sul funzionamento del software deputato ad assegnare in automatico gli incarichi e che si costringevano i precari a fare le corse contro il tempo, imponendo tempi strettissimi per la scelta di 150 scuole, dove chiedere l’inserimento in graduatoria, senza però fornire indicazioni sui criteri che sarebbero stati adottati per l’assegnazione – prosegue – Infine, tale procedura online era contraria a quanto stabiliva l’ordinanza ministeriale 60/2020, che ha istituito le graduatorie per le supplenze (Gpr), prevedendo che il candidato partecipasse personalmente alle operazioni di conferimento degli incarichi, mediante convocazioni ‘fisiche presso gli uffici scolastici’. Ma l’avvertimento è caduto nel vuoto, gli errori ci sono stati, per ammissione del Ministero stesso, e la nuova procedura ha obbligato ad accettare gli incarichi al buio, con una sorta di delega in bianco affidata al sistema: bocciata!”.

“Ma la vicenda ci riporta anche al programma di innovazione didattica per avere lezioni più interattive, e studentesse e studenti più coinvolti, avviato dal ministro Bianchi. È il ’Piano Scuola 4.0′, uno stanziamento di 2,1 miliardi di euro per trasformare 100.000 classi tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e creare laboratori per le professioni digitali del futuro negli istituti scolastici del secondo ciclo. Spazi di apprendimento flessibili e tecnologici per favorire la collaborazione e l’inclusione. In tutte le scuole italiane e in linea con le esigenze di crescita di bambini e ragazzi. Come dire, chissenefrega delle classi pollaio, della riduzione del numero di alunni per classe, delle scuole a rischio sismico, della mancanza di laboratori, di mense scolastiche, del diritto allo studio, dei sostegni alle famiglie, del contratto di lavoro non rinnovato dal 2018… digitale è bello, digitale è tutto…”, prosegue la nota.

Servono investimenti reali nella scuola pubblica. Non più di 20 alunni per classe. Nel proprio programma, Unione popolare prevede un aumento del personale docente, la stabilizzazione del personale precario e un piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici – conclude il gruppo -. Va difesa la pubblica istruzione e le va ridata dignità, con l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro e delle controriforme Renzi e Gelmini. Garantiamo il diritto allo studio con la gratuità di libri e trasporti, fino alla fine della scuola superiore!”.

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