“Rivedere subito i costi fissi delle bollette di energia e gas per tutte quelle imprese artigiane che non hanno potuto operare, sia quelle sospese per decreto che quelle chiuse per mancanza di mercato. Cosa facile da verificare, perché i contatori non hanno girato”.
È l’appello pressante lanciato da Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. Oltre all’energia, sotto i riflettori dell’associazione sono finite anche le bollette dei rifiuti e all’esigenza che si rifacciano esclusivamente al principio “chi inquina paga”.
“È evidente che chi non ha operato non dovrà vedersi addebitare costi impropri – ragiona Sartor – all’indomani della chiusure delle attività produttive causa emergenza Covid-19, Confartigianato ha scritto all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente – ARERA, chiedendo un intervento per dare un sollievo alle imprese sui costi delle bollette di luce, gas e rifiuti“.
Venerdì 24 aprile, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, sulla scorta della richiesta associativa, ha invitato Governo e Parlamento ad adottare degli interventi normativi volti a mitigare la situazione di disagio e a risolvere le criticità legate all’emergenza Covid-19 per i clienti finali dei servizi di pubblica utilità.
L’intervento richiesto da Confartigianato dovrebbe dunque ridurre o azzerare le “quote fisse” relative alle voci della bolletta elettrica “trasporto e gestione del contatore” e “oneri generali” e potrebbe, tra l’altro, anche essere modulato dal punto di vista temporale.
“L’abbassamento degli importi delle bollette energetiche, come strumento di sostegno economico emergenziale – conclude il presidente Sartor – avrebbe il vantaggio di essere immediatamente fruibile dalle imprese senza oneri amministrativi, consentendo allo stesso tempo la selettività nella scelta dei destinatari”.
In particolare per il settore rifiuti, per la determinazione della TARI, l’Autorità ha chiesto a Governo e Parlamento di procedere all’emanazione di un provvedimento che tenga conto, in ossequio al principio “chi inquina paga”, del periodo di sospensione delle attività produttive industriali e commerciali disposte dai vari provvedimenti governativi.
L’obbligo di alcune imprese di tenere chiuso non può che ripercuotersi nella ridefinizione della tariffa rifiuti, sia per la parte variabile della tariffa, sia per la sua parte fissa.
(Fonte: Confartigianato).
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