Ieri, domenica 17 marzo, si è svolta a Trevignano la cerimonia in ricordo dei 10 “Martiri di Zapparè“.
Presenti alla cerimonia il sindaco Franco Bonesso con la giunta e i consiglieri comunali, l’assessore montebellunese Maria Bortoletto, la Polizia locale, la Protezione Civile e alcuni rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma del paese.
Per questa occasione, don Antonio Guidolin e il parroco don Silvio Caterino avevano deciso di spostare la messa domenicale nella borgata di Zapparè.
Il sindaco Bonesso ha ringraziato le famiglie Durante e Albanese per aver aperto ancora una volta le porte delle loro case per la cerimonia.
“Commemoriamo – ha detto il sindaco – l’anniversario di un eccidio che ha segnato profondamente la nostra storia e la nostra identità come comunità di Trevignano. Il 22 marzo 1945, prima delle 7 del mattino, nel campo sportivo di Montebelluna, ora largo X martiri, venivano barbaramente fucilati 10 abitanti di questo borgo, catturati dopo una feroce battaglia durata molte ore fra partigiani e tedeschi. Battaglia che aveva già provocato due morti fra i partigiani e un numero imprecisato di tedeschi, sicuramente uno”.
In seguito, sono stati letti i nomi dei dieci martiri: Pietro Bordin, Antonio Bordin, Ernesto Bordin, Girolamo Durante, Pietro Durante, Lorenzo Durante, Giuseppe Durigon, Primo Durigon, Francesco Semenzin e Bruno Semenzin.
“Voglio ricordare – continua Bonesso – anche i due partigiani Ugo Bottacin, che aveva 17 anni, Felice Franceschetti, carabiniere, e lo sconosciuto tedesco, morti nella battaglia della notte del 21 marzo. Sono passati settantanove anni da quegli eventi, provocati dalla barbarie di una guerra combattuta da uomini accecati dall’odio instillato da ideologie inumane. Il sacrificio di questi nostri dieci concittadini ci insegna che la libertà non è mai gratuita e che la pace deve essere continuamente coltivata e difesa con responsabilità e dedizione”.
“La vera pace – prosegue – si conquista quando, di fronte alla violenza, non rispondiamo con altra violenza, ma piuttosto cerchiamo la nostra umanità e tentiamo di riconoscere l’umanità negli altri attraverso l’esercizio difficile del perdono. Il perdono non implica dimenticanza, e noi persistiamo, dopo 79 anni, nel ricordo. Ci ritroviamo annualmente davanti a questo monumento che vive come simbolo di una memoria indelebile riguardante un’oppressione e una violenza ingiuste, non certo per fomentare risentimento ma per trarne un monito”.
Il sindaco di Trevignano ha ricordato anche la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”, festività nazionale che commemora la nascita dello Stato italiano, avvenuta in seguito alla proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861.
(Foto: Comune di Trevignano).
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