Il fisico francese Étienne Klein ha twittato la foto frontale di un chorizo, millantando che si trattasse di una meravigliosa immagine ripresa dal telescopio spaziale James Webb. Era tutto uno scherzo, ma con una morale e qualche domanda aperta.
E anche stavolta ci sono “cascati” in massa, su Twitter. Con la differenza che in questo caso la fake news era a fin di bene, nessuno s’è fatto male e forse qualcuno ha anche imparato la lezione. La storia è iniziata alcuni giorni fa, domenica 31 luglio, quando il fisico e filosofo della scienza francese Étienne Klein ha pubblicato sul suo profilo Twitter la foto di un oggetto di forma circolare e con diverse sfumature di rosso, su sfondo nero.
Lo scienziato, che è anche direttore del Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives (Cea) ha accompagnato l’immagine con l’annuncio che si sarebbe trattato di un nuovo scatto di straordinaria bellezza di Proxima Centauri (la stella più vicina al Sistema Solare, a 4,2 anni luce dalla Terra) raccolto dal telescopio spaziale James Webb, di cui si è tanto parlato da metà luglio in poi dopo la pubblicazione di nuove dettagliatissime immagini dell’Universo. E il tutto, ovviamente, ha generato fin da subito un’ondata di affascinata meraviglia e stupore, come solo le immagini raccolte dallo spazio riescono a fare.
Peccato che questa volta l’immagine pubblicata non fosse affatto originale. Come lo stesso Klein ha poi scritto auto-rispondendo al proprio tweet, quella inquadrata nella foto non era lo spettacolare disco stellare di Proxima Centauri, ma una molto più terrestre fettina di salame, per la precisione di chorizo iberico piccante.
Nel frattempo, però, il tweet aveva già letteralmente fatto il giro del mondo, raggiungendo una popolarità (prima sui social e poi mediatica) tale da fare diventare la foto di “Proxima Chorizo” – perlomeno nel momento in cui scriviamo questo articolo – il primo risultato di Google usando come chiave di ricerca “Proxima Centauri”.
Superficialità scientifica o effetto-autorità? Anche se a colpo d’occhio la foto del salame ha molte analogie con il modo in cui ci immaginiamo possa apparire una stella fotografata, basta in realtà uno sguardo un po’ più attento per notare che qualcosa non va. Bordi molto netti ma allo stesso tempo piuttosto irregolari e aree più luminose di forma fin troppo tondeggiante, per cominciare.
Ma anche, a livello più teorico, la stranezza di avere una nuova immagine di una stella che è tutto sommato nostra vicina di casa raccolta con un telescopio che è stato costruito per guardare molto più lontano nello spazio, o indietro nel tempo che dir si voglia. Insomma, almeno per i più appassionati e ferrati sull’argomento, qualche dubbio in merito all’autenticità sarebbe stato più che legittimo.
Ad avere reso letteralmente virale il contenuto, invece, hanno contribuito molti fattori, di tutt’altro genere rispetto al presunto analfabetismo scientifico. Anzitutto la provenienza da parte di un account Twitter verificato, con quasi 100mila follower e che è il profilo ufficiale di uno scienziato molto stimato e apprezzato, in Francia e non solo.
Accanto a questo effetto-autorità c’è poi il fattore tempo, dato che non a caso lo scherzo è arrivato proprio nelle settimane in cui si parla tantissimo del telescopio James Webb, e ogni nuova immagine diventa rapidamente popolarissima. E infine l’ovvia smania di ricondivisione, che ha mietuto tra le vittime di questo scherzo anche qualche personaggio di una certa importanza.
Il dibattito aperto da questo caso. Nonostante l’episodio in sé possa essere bollato come un “divertissement estivo”, un caso di umorismo da scienziato (come Klein stesso l’ha poi bollato) o come un fatto del tutto trascurabile (o semmai d’interesse solo per la Francia), in realtà il caso ha aperto nei giorni successivi un dibattito che si è esteso dai social ai media internazionali.
Klein ha prima tentato di auto-smascherare la bufala scrivendo un enigmatico “quando è l’ora dell’aperitivo, i bias cognitivi di danno alla pazza gioia”, poi ha dovuto esplicitare la questione in modo più chiaro e didascalico (sempre via Twitter), quindi è passato alle scuse verso tutte le persone che hanno protestato perché si sono sentite ingannate, infine ha cercato di trarne una morale invitando a fare attenzione e a coltivare lo spirito critico, a diffidare di una notizia solo perché la si vede online o viene riportata da una persona ritenuta autorevole, e così via.
In senso più ampio, comunque, qualche domanda aperta resta. Per esempio, alla fine di questa piccola ma significativa storia prevarrà l’effetto formativo dell’avere mostrato ancora una volta quanto è facile cadere vittima di fake news oppure – viceversa – continuerà a circolare online la bufala, dato che solitamente sono molte di più le persone investite dalla viralità di un contenuto fake rispetto al successivo debunking? Oppure, è opportuno che una persona di così grande fama, visibilità e autorevolezza anche istituzionale adotti queste tecniche “aggressive” per sensibilizzare le persone, con il rischio di generare dei “qui pro quo” e abbattere la propria stessa credibilità? Ma soprattutto, con un po’ di leggerezza
agostana, quali altri salumi potrebbero essere usati per simulare le fotografie di oggetti spaziali?
(Wired di Gianluca Dotti).
(Foto: twitter Étienne Klein).
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