AgitaLab, il think tank di Agenzia Italia leader nel settore automotive, ha presentato quest’anno una serie di ricerche che gettano una luce inedita sul futuro della mobilità.
Uno degli studi più interessanti riguarda l’analisi del sentiment della popolazione su un tema caldo come quello della transizione energetica. Condotto in collaborazione con IPSOS, lo studio si basa su 1.510 interviste valide, rilevate attraverso il metodo CAWI (Computer-Assisted Web Interviewing), utilizzando un panel online probabilistico rappresentativo a livello nazionale di individui adulti (18 anni e più).
Lo studio, illustrato da Enrico Billi, responsabile della ricerca, analizza le opinioni degli italiani sulla transizione energetica, evidenziando le tendenze nella percezione pubblica di temi come politiche ambientali, ristrutturazione delle abitazioni e futuro dell’auto elettrica.
I risultati ottenuti delineano un quadro chiaro: la popolazione italiana è favorevole alle politiche per la transizione energetica, purché queste siano sostenute da incentivi economici a livello statale. Questi risultati sono fondamentali per comprendere e cercare di prevedere l’evoluzione del settore automobilistico in relazione alla stringente scadenza del Green Deal del 2035.
Transizione energetica e politiche ambientali
(@IPSOS | Knowledgne panel | Gli italiani e la transizione energetica | base campione: 1510 intervistati | Marzo 2024)
Una larga maggioranza degli italiani si dichiara favorevole alle politiche di transizione energetica, circa il 70% degli intervistati. Tuttavia, oltre il 40% di questi ritiene che tali politiche non debbano avere un impatto negativo sull’occupazione e sul benessere economico, mentre un 27% sostiene che andrebbero implementate anche se comportassero effetti negativi. Al contempo, una minoranza del 14% si mostra scettica riguardo l’efficacia di tali politiche nel fermare il cambiamento climatico, forse anche a causa della percezione, da parte del 17% degli intervistati, di un dibattito pubblico percepito come poco trasparente e sbilanciato. Questa sfiducia accresce l’incertezza e il senso di insicurezza tra i cittadini, che devono prendere decisioni cruciali per il futuro senza fiducia piena nelle informazioni ricevute.
Questi dati rivelano che, nonostante l’ampio consenso verso la transizione energetica, persistono preoccupazioni riguardo alle possibili ripercussioni economiche e all’efficacia delle misure adottate.
Le case green
(@IPSOS | Knowledgne panel | Gli italiani e la transizione energetica | base campione: 1510 intervistati | Marzo 2024)
Anche sul tema delle “case green“, ovvero le ristrutturazioni delle abitazioni per migliorarne l’efficienza energetica, quasi il 70% degli italiani si è dichiarato favorevole. Tuttavia, una quota significativa dei votanti (43%) afferma di essere favorevole solo se questi interventi non incidono negativamente sul bilancio familiare. Questo sottolinea l’importanza di sostegni economici da parte dello Stato per facilitare la realizzazione di queste modifiche.
D’altra parte, un italiano su tre rimane contrario: il 14% è scettico sulla fattibilità di tali interventi in Italia, mentre un ulteriore 14% ritiene che i costi siano superiori ai benefici.
Auto elettriche e il futuro della mobilità
(@IPSOS | Knowledgne panel | Gli italiani e la transizione energetica | base campione: 1510 intervistati | Marzo 2024)
Un tema particolarmente rilevante è quello delle automobili elettriche. A partire dal 2035, il Green Deal dell’Unione Europea prevede lo stop alla produzione delle auto a combustione interna a favore di quelle elettriche. Su questo punto, l’indagine rivela che meno del 50% degli italiani è favorevole all’acquisto di auto esclusivamente elettriche dopo il 2035. Solo una piccola parte (circa il 10%) è disposta ad acquistare un’auto elettrica anche se questa avesse un costo superiore rispetto a un’auto tradizionale. Un ulteriore 35% è favorevole, ma solo se i costi aggiuntivi venissero compensati da incentivi governativi. La maggioranza, invece, non supporta questo cambiamento, percependolo come un contributo insufficiente alla lotta contro il cambiamento climatico.
Conclusioni
L’indagine Ipsos mette in evidenza un consenso generale verso le politiche di transizione energetica, seppur condizionato principalmente dall’impatto economico. Se da un lato l’italiano medio appoggia ideologicamente la transizione, dall’altro c’è una forte aspettativa di interventi statali per ridurre i costi associati ai cambiamenti strutturali, come la ristrutturazione delle abitazioni o l’acquisto di auto elettriche. In particolare, i risultati suggeriscono che il tema dell’efficienza energetica delle abitazioni trova un’accoglienza più favorevole rispetto alle auto elettriche. Questo perché le tecnologie di efficientamento applicate alle abitazioni, come coibentazioni, infissi e altre tecnologie, sono già ampiamente diffuse e conosciute.
(@IPSOS | Knowledgne panel | Gli italiani e la transizione energetica | base campione: 1510 intervistati | Marzo 2024)
Per quanto riguarda l’auto elettrica, invece, permangono difficoltà dovute non solo a questioni legate all’esperienza d’uso, ma anche alla mancanza di una maturità tecnologica che rassicuri i cittadini dell’investimento. Infine, i dati indicano una netta divisione tra i sostenitori della transizione ecologica: i sostenitori più convinti provengono generalmente dalla generazione Z (16-27 anni), sono più istruiti e hanno un maggiore potere d’acquisto.
La domanda che ci si pone è quindi: non possiamo credere che la posizione verso il green deal cambi a seconda di quanto sia consolidato il nostro status sociale o economico?
In conclusione, l’indagine sottolinea una diffusa incertezza tra gli italiani riguardo all’adozione delle auto elettriche. Le principali motivazioni di questa diffidenza risiedono nell’elevato costo rispetto alle auto tradizionali, nelle preoccupazioni per l’autonomia delle batterie e nella mancanza di infrastrutture di ricarica adeguate. Solo una minoranza si dichiara disposta ad acquistare un’auto elettrica anche a fronte di costi maggiori, mentre una quota più ampia condiziona il proprio consenso alla presenza di incentivi governativi rilevanti.
(Autore: Dplay)
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