Nemmeno il nostro Paese è esente da questa minaccia e nel 1ç semestre 2024 aumenta del 10% il furto di dati sul Dark Web.
Quasi 1 milione il numero di alert inviati per esposizione dei dati sul Dark Web in soli 6 mesi; Italia al 5° posto per furto di e-mail e password online e al 7° posto per numero di indirizzi e-mail compromessi; il 36,8% degli italiani ha ricevuto alert per dati rilevati sul Dark Web, le Regioni più colpite sono Lazio, Lombardia, Sicilia e Campania.
Questi sono i dati in sintesi rilevati dall’Osservatorio Cyber di CRIF, che analizza la vulnerabilità degli utenti e delle aziende agli attacchi cyber, interpretando le principali tendenze che riguardano i dati scambiati sia in ambienti Open Web che Dark Web.
L’Osservatorio evidenzia che nel nostro Paese nei primi 6 mesi del 2024 il 36,8% degli utenti ha ricevuto almeno un alert per dati rilevati sul Dark Web. Inoltre, il Paese si è posizionato al 7° posto nella classifica mondiale per quanto riguarda il numero di indirizzi e-mail compromessi e messi in circolazione sul Dark Web. Per quanto riguarda i dati frodati delle carte di credito in circolazione, l’Italia si colloca al 18° posto nella classifica globale, un dato anche questo significativo.
I dati più esposti alle frodi risultano essere quelli derivanti dalla combinazione dell’indirizzo di residenza completo, associato alla e-mail (65,36% dei casi rilevati) che è aumentata del 146% rispetto al secondo semestre 2023; così come è aumentata del 142% (37,22%) la combinazione del numero di telefono associato con le e-mail. Infine, particolarmente rilevante è la combinazione di numero di carta di credito, rilevata nel 41,79% dei casi, con i dati di sicurezza e la data di scadenza (utilizzati per frodi finanziarie).
Rimane interessante osservare come anche gli estremi dei documenti d’identità e di altri codici identificativi personali (es. il codice fiscale o Social security number) siano oggetto di attacco e di esposizione assieme ad altri dati, la cui conoscenza è necessaria per acquistare o richiedere servizi.
Le Regioni con più alert ricevuti nei primi 6 mesi dell’anno sono il Lazio (18,7%), Lombardia (13,8%), Sicilia e Campania (entrambe 8,5%). I dati più frequentemente rilevati sull’Open web (quindi pubblicamente accessibili da chiunque sul web) sono stati il codice fiscale (63,1% dei dati rilevati) e l’e-mail (28,8%), seguiti a distanza da numero di telefono (5,4%), username (1,7%) e indirizzo civico (1%). Nel Dark Web, invece, sono state le credenziali e-mail ad essere più frequentemente rilevate nei primi 6 mesi dell’anno.
Di fronte a questi dati non resta che citare le parole dell’executive director della linea “Mister Credit” di CRIF: “Questo evidenzia l’importanza di mantenere alta l’attenzione ogni qualvolta veniamo invitati a fornire dati personali . In uno scenario così complesso, e di fronte a delle tendenze negative ormai consolidate, l’educazione relativa alle opportunità e ai rischi dei servizi digitali è fondamentale per aiutare i cittadini a difendersi”.
Autore: Luca Leoni – Sistema Ratio Centro Studi Castelli
Foto: archivio Qdpnews.it
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