Il trattamento fiscale del bene omaggiato dall’azienda nella canonica forma del cesto natalizio o del buono acquisto.
Come ogni anno in vista delle festività le aziende si accingono a valutare la convenienza fiscale degli omaggi natalizi.
Prendendo il caso più comune dell’azienda che dona un bene non prodotto internamente, ma acquistato per essere omaggiato – si pensi al classico cesto natalizio – occorre distinguere sulla base del destinatario del bene medesimo.
Se il bene è donato a un soggetto terzo, sia esso un cliente o un fornitore o un potenziale cliente/fornitore, occorre distinguere in base al valore dell’omaggio.
Se il costo unitario è superiore a 50 euro, l’azienda lo deduce ma con il limite delle spese di rappresentanza e l’Iva è indetraibile, mentre se è inferiore a 50 euro il costo è deducibile senza limiti e l’Iva è detraibile. La successiva cessione gratuita è fuori campo Iva, nel primo caso, ossia per il bene superiore a 50 euro, ai sensi dell’art. 2, c. 2, n. 4, perché all’atto dell’acquisto non è stata operata la detrazione dell’imposta, nel secondo caso, ossia per i beni inferiori a 50 euro, ai sensi del medesimo riferimento normativo, perché esclusione espressamente prevista (costituiscono cessioni di beni le cessioni gratuite a esclusione di quelli la cui produzione o commercio non rientra nella propria attività d’impresa se il costo non supera i 50 euro).
È opportuno documentare la cessione gratuita con DDT o documento simile che provi l’inerenza del costo.
Se il bene è donato ai propri dipendenti non può considerarsi ovviamente una spesa di rappresentanza, ma viene considerato quale spesa per prestazione di lavoro dipendente: in analogia, il dipendente che riceve l’omaggio non lo tassa fino a 258,23 euro. L’Iva dell’omaggio è indetraibile e la successiva cessione è fuori campo Iva.
Si ricorda che per conteggiare i 50 euro occorre sommare tutti i prodotti del cesto omaggio; per rimanere sotto la soglia dei 50 euro e fruire della piena deducibilità del costo e detraibilità dell’Iva, ogni singolo cesto deve essere formato, ad esempio, da una bottiglia da 30 euro, un panettone da 10 e un formaggio da 10 euro.
Se l’azienda, anziché il consueto cesto natalizio, decidesse di omaggiare un buono acquisto, la disciplina di riferimento è contenuta negli artt. 6-bis, 6-ter, 6-quater D.P.R. 633/1972. I buoni acquisto sono strumenti che contengono l’obbligo di essere accettati come corrispettivo o parziale corrispettivo a fronte di una cessione di beni o prestazione di servizi indicati nel buono. Vi sono 2 tipologie di buono:
buono monouso: per acquistare un prodotto/servizio ben definito presso un punto vendita; pertanto, al momento della sua emissione è nota la disciplina Iva applicabile per la cessione. Al momento dell’emissione si applica l’Iva alla cessione/prestazione; buono multiuso: per acquistare diversi beni per esempio al supermercato. Al momento dell’emissione non è nota la disciplina Iva applicabile per la cessione. L’Iva sarà applicata al momento dell’utilizzo del bene.
Autore: Paolo Meneghetti, Vittoria Meneghetti – Sistema Ratio Centro Studi Castelli