Il punto di vista del Governo sul possibile ritorno economico delle locazioni.
Presso la Commissione Bilancio alla Camera era stato approvato un emendamento al “decreto Aiuti”, relativo alle locazioni brevi ad uso turistico a Venezia. L’emendamento prevedeva che, al fine di favorire l’incremento dell’offerta di alloggi in locazione per uso residenziale di lunga durata, la residenzialità nel centro storico e di tutelare il patrimonio storico-artistico e ambientale della città, il comune di Venezia avrebbe potuto individuare, con particolare riguardo al centro storico e alle isole della laguna veneziana, i limiti massimi e i presupposti per la destinazione degli immobili residenziali ad attività di locazione breve, determinando, di fatto, una compressione della libertà dei proprietari immobiliari di affittare regolarmente i loro immobili.
Secondo Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) si tratterebbe di un emendamento liberticida e anticostituzionale che potrebbe alimentare la piaga degli affitti in nero, concedendo al Comune la facoltà di limitare il diritto del proprietario di decidere liberamente come affittare la propria casa, spesso acquistata con i risparmi accumulati in anni di sacrifici.
È paradossale che, proprio ora che finalmente sono tornati i turisti in Italia, dopo la pandemia e le restrizioni, la principale preoccupazione di una parte della politica sia quella di limitare il più possibile, fino addirittura ad impedirla, una specifica forma di ospitalità: quella degli affitti brevi.
Già una legge della Regione Lazio, ai fini della salvaguardia ambientale e paesaggistica e del patrimonio storico, artistico, archeologico e monumentale, nonché della sostenibilità ambientale, infrastrutturale, logistica, della mobilità e della vivibilità necessaria alla fruizione dei luoghi da parte della collettività, ha attribuito al Comune di Roma il potere di “individuare criteri specifici in riferimento a determinati ambiti territoriali per lo svolgimento di attività di natura non imprenditoriale di locazione di immobili ad uso residenziale per fini turistici, nel rispetto dei princìpi di stretta necessità, proporzionalità e non discriminazione”.
Poi, una proposta di legge del Sindaco di Firenze mira a “combattere la rendita immobiliare passiva e parassitaria” rappresentata naturalmente da chi concede in locazione i propri immobili per finalità turistiche.
Si tratta di disposizioni che sono ritenute miopi e pericolose da parte di Confedilizia. Miopi, perché non raggiungeranno il dichiarato obiettivo di favorire l’incremento degli affitti di lunga durata e, pericolose, perché rappresentano una gravissima violazione di un diritto costituzionalmente protetto come è quello di proprietà, negando il suo esercizio più elementare e realizzando un’inaccettabile discriminazione nei confronti delle persone fisiche, poiché le imprese sarebbero escluse dalle nuove regole.
Peraltro, se l’intento è quello di accrescere l’offerta di abitazioni in affitto per uso residenziale, a Venezia come in altre città d’arte, la strada non è quella delle misure punitive, ma quella delle politiche incentivanti.
Insomma, ai proprietari si chiede di pagare ogni anno una patrimoniale (Imu) a livelli da esproprio, di fare assistenza pubblica al posto dello Stato attraverso misure come il blocco degli sfratti, di ottemperare a mille obblighi in materia di impianti ecc., ma quando cercano di beneficiare di un reddito dal frutto del loro lavoro e del loro risparmio, devono essere castigati. Tutto questo mentre il patrimonio immobiliare pubblico viene lasciato andare in rovina.
Lo sport nazionale più praticato non pare essere il calcio, ma quello di fare il welfare con le cose (e le case) degli altri.
Il proprietario/risparmiatore deve solo pagare e non osi ricavare qualcosa dal proprio investimento!
Speriamo che il prossimo parlamento sia più lungimirante al riguardo.
Autore: Stefano Zanon – Sistema Ratio Centro Studi Castelli