Il concetto di crisi come opportunità portato ai suoi estremi dall’attività di “mining” (estrazione) di bitcoin negli angoli più remoti del mondo.
Guardare alla crisi come opportunità può sembrare poco etico, soprattutto dal punto di vista delle vittime, però rimane l’approccio più costruttivo di fronte ai disastri dell’uomo e della natura. Questo non significa trasformarsi in pirati e saccheggiatori, anzi: si tratta invece di cogliere quei pochi barlumi che possono trapelare anche nei contesti più drammatici, cercando di “imparare la lezione”. La lezione che proponiamo arriva dall’angolo povero del mondo, l’Africa subsahariana, dove si sta sviluppando un modello di condivisione dell’energia prodotta dalle comunità rurali attraverso impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici, “estraendo” bitcoin (mining) dal surplus di elettricità rimasto inutilizzato per mancanza di infrastrutture, sistemi di accumulo, ecc.
Se i rincari energetici hanno picchiato forte sulle nostre economie, è facile immaginarsi l’effetto su quelle più fragili. Nella sua brutalità, quindi, l’invasione russa dell’Ucraina mette in luce sia l’orrore della guerra, sia l’opportunità della transizione energetica, rendendo più evidenti le necessità di fonti alternative, risparmio energetico, energie rinnovabili e nuove politiche di settore (sburocratizzazione, agevolazioni, ecc.).
Ciò non significa che il blocco alle importazioni del gas russo sia foriero di un nuovo boom economico: al contrario, sono da considerare i costi reali e per non peccare di ingenuità dobbiamo citarli. Per prima cosa, né il fotovoltaico, né i veicoli elettrici potranno fare molta differenza nell’affrontare le sfide poste dall’attuale carenza di combustibili fossili, soprattutto se si considera che le misure Ue si concentrano sul risparmio (diminuzione della domanda: tirare la cinghia) e sulla ricerca di alternative alle forniture russe, spostando altrove (Algeria, Usa, ecc.) la produzione di petrolio e gas. Tra gli aspetti collaterali, è rimandata l’uscita dal nucleare della Germania prevista per il dicembre 2022. Al tempo stesso, si va verso l’aumento della produzione europea di energia da carbone: e buona parte del carbone utilizzato nell’Unione europea, ironia della sorte, proviene dalla Russia.
Il cambiamento è difficile, ma i costi implicano anche opportunità, come nel caso delle comunità rurali dell’Africa subsahariana. Certo, in Italia un’iniziativa simile finirebbe subito nel mirino dell’Agenzia delle Entrate (vedere la recente risposta 508/2022 sul trattamento Iva, Ires e Irap dell’attività di mining). Quanto all’idroelettrico di comunità, la derivazione di acque pubbliche sarebbe addirittura un reato penale (art. 602 c.p.). Ma questo non fa altro che riportarci al concetto di crisi come opportunità. Anche per l’Erario.
Autore: Carlo Quiri – Sistema Ratio Centro Studi Castelli