Confindustria Moda, primo trimestre oltre le attese a +19,3%

● I primi 3 mesi del 2022 si sono chiusi con una progressione del fatturato del 19,3%, risultato superiore alle previsioni che si fermavano a una crescita stimata del solo 14%. Segno positivo anche per il secondo trimestre in corso, per il quale è atteso un incremento delle vendite del 12,9%.

● I risultati ad ogni modo arrivano dopo un 2021 di graduale risveglio economico, chiuso (secondo i dati preconsuntivi illustrati) con un fatturato stimato a 91,7 miliardi di euro, a velocità +22,2% e con un incremento di 16,7 miliardi sul 2020 pandemico. Ancora distanti però i livelli pre-Covid: a separare il 2021 dal 2019 ci sarebbe ancora un divario nell’ordine del -6,4% (corrispondente a -6,3 miliardi in valore assoluto).

● Atteso come l’anno ufficiale della ripresa, il 2022 è stato presto adombrato da un concorso di criticità. Le tensioni internazionali conseguenti alla guerra in Ucraina, l’inflazione galoppante che causa rincari di materie prime ed energia e non ultima la riaccesa crisi sanitaria in Cina tratteggiano uno scenario internazionale denso di incognite, che contribuiscono a ostacolare la ripartenza del settore.

● Sulla base delle attuali previsioni, il primo semestre 2022 della moda tricolore, che include tessile, moda e accessorio, dovrebbe quindi archiviarsi ancora in crescita, seppur più moderata. L’incremento dovrebbe infatti attestarsi su un incremento del 16%.

● Secondo l’analisi di Confindustria Moda, solo l’8% del campione di aziende coinvolte registra un sentiment positivo sull’evoluzione congiunturale del settore, contro il 49% che confida nella stabilità del mercato e un 43% che prevede un peggioramento. A preoccupare di più sono soprattutto i contraccolpi dell’aumento dei costi di materia prima ed energia, versante ulteriormente aggravato dal conflitto Russia-Ucraina ma già opprimente per le imprese.

● A proposito dei rincari energetici, l’80% delle imprese interpellate dalla federazione dichiara che l’impatto sarà forte, il 18% prevede un impatto lieve mentre solo per il 2% degli imprenditori questo sarà trascurabile. Sul fronte delle materie prime, invece, sono 9 imprese su 10 a denunciare aumenti sostanziali.

Autore: Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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