Un fenomeno che ha coinvolto anche Paesi considerati tra i più tranquilli del mondo.
Misurare i disordini sociali non è per nulla facile, nemmeno oggi che il web ci consente una ricerca planetaria semplicemente inserendo poche parole chiave nel motore di ricerca Google. Tuttavia, questa misurazione diventa facile se consideriamo Paesi dove fenomeni di questo tipo sono rari per non dire sconosciuti, balzando agli occhi in tutta la loro evidenza proprio per l’eccezione che rappresentano, quando la scala, da zero, diventa 1.
Pensiamo a quanto accaduto in Canada, Nuova Zelanda, Austria e Paesi Bassi durante la seconda ondata del Covid, e troviamo una conferma di questo ragionamento: Stati ordinati e pacifici, attraversati da un’ondata di malessere che li ha portati a un passo dalla proclamazione della legge marziale.
Chi ricorda la Milano dei Promessi Sposi troverà un facile parallelo nell’assalto al forno della folla inferocita, mentre la peste imperversava e i dominatori spagnoli pensavano soltanto a scappare con i tesori razziati; tra parentesi, i negazionisti esistevano anche nel Seicento romanzesco del Manzoni e ci parla di loro persino lo storico greco Tucidide, raccontando la peste di Atene (430 a.C.) durante la Guerra del Peloponneso. Quanto ai disordini, sono ampiamente testimoniati durante un’altra epidemia, la peste nera del Trecento che fa da sfondo al Decameron di Boccaccio e che fu accompagnata da anni di rivolte contadine (jacquerie) o cittadine (i Ciompi a Firenze).
Sebbene le cause economiche dei disordini sociali siano complesse e i disordini siano eccezionalmente difficili da prevedere, nel recente passato i forti aumenti dei prezzi di cibo e carburante sono stati associati a proteste più frequenti. Se guardiamo alle economie avanzate che dicevamo (Canada, Austria, ecc.), le ultime proteste sono scoppiate spesso per motivazioni antigovernative o contrarie alle restrizioni anti-Covid.
Nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, i motivi apparenti dei recenti disordini sono stati invece disparati, proteste antigovernative in Kazakistan, Libano, Brasile, Cile e Ciad, un colpo di stato in Burkina Faso, tumulti regionali in Tagikistan e una crisi costituzionale in Sudan.
Pensando all’epidemia come castigo divino, viene quasi scontato metterla in relazione con carestie, miseria e quindi con la rivolta come estremo atto di protesta popolare; d’altra parte, le misure di isolamento e distanziamento dovrebbero funzionare come freno anche per queste manifestazioni, non solo contro il diffondersi del contagio, per cui la revoca delle misure di contenimento potrebbe avere un effetto detonante. Rimane da evidenziare un fenomeno collaterale, dal momento che secondo autorevoli storici è stata proprio la peste nera, con l’ecatombe provocata in Europa, a innescare quel rivolgimento sociale che ha portato al Rinascimento e quindi all’epoca moderna.
Autore: Carlo Quiri – Sistema Ratio Centro Studi Castelli