Nella recente comunicazione della Commissione Europea, è emersa l’urgenza di affrontare quanto prima la crisi demografica che sta colpendo il continente. Perché la situazione non sta affatto migliorando. La popolazione continua ad invecchiare e l’assenza di un ricambio generazionale tra le file dei lavoratori esporrà l’economia europea ad una cronica e grave carenza di manodopera. La stessa popolazione ne è preoccupata, a giudicare dai risultati dell’indagine dell’Eurobarometro: “ad oggi 7 europei su 10 ritengono che le tendenze demografiche in atto mettano a rischio la prosperità economica e la competitività a lungo termine dell’Unione“.
La crisi demografica esercirà in futuro un profondo effetto nella vita quotidiana degli europei, soprattutto per i lavoratori. Si pensi solo al caso italiano, con una popolazione sempre più anziana a fronte di una bassa natalità. L’Inps ha stimato che, entro il 2050, si andrà incontro ad un quadro critico per i lavoratori, col pareggio della bilancia lavoratori-pensionati. Sul piano economico però i danni potrebbero essere più ravvicinati. Più la popolazione invecchia, e più aumenta la conta dei morti in surplus rispetto ai nati: si aggraverebbe la carenza di manodopera; i bilanci pubblici sarebbero sempre più sotto pressione; gli investimenti e la produttività rimarrebbero minati.
Si rischierebbe di finire alla mercé di superpotenze come la Cina, seppur anche lei colpita da diversi problemi demografici, come ha rimarcato più volte il professor Giuliano Noci. O di essere ancora più dipendenti dei propri alleati, come gli Stati Uniti, ancora non in fase di crisi demografica secondo dati del Population Reference Bureau. Al momento il problema non viene risentito in zone “in via di sviluppo”, come Sud America e Africa, che possono contare su su una popolazione giovane, e quindi diventare molto competitivi a livello di manodopera e di ricambio generazionale. Un aspetto che rende questi Paesi molto ambiti per il futuro delle proprie economie, non a caso l’Africa è da tempo meta di investimenti miliardari da parte della Cina.
Andando più nel dettaglio, la crisi demografica europea può essere riassunta con questo dato dell’Eurostat: “si prevede che entro il 2050 nell’UE-27 ci saranno quasi mezzo milione di centenari“. A livello generale, inoltre, l’età media nell’UE-27 aumenterà di 4,5 anni tra il 2019 e il 2050, per raggiungere 48,2 anni. E a guidare questo invecchiamento demografico saranno le donne, più numerose degli uomini in età più avanzata nella popolazione dell’UE-27. Addirittura nel 2019 la popolazione femminile over 85 era il doppio di quella maschile.
Foto: archivio Qdpnews.it
Autore: Sistema Ratio Centro Studi Castelli