Gli studi preparatori della Tassonomia Sociale sono pronti per l’approvazione da parte del Parlamento Europeo. Sulla base dell’esperienza maturata con la Tassonomia Ambientale delineiamo gli approcci possibili.
Il 28.02.2022 la UE Platform on Sustainable Finance, un gruppo di esperti che assiste la Commissione Europea nello sviluppo delle politiche per la finanza sostenibile, ha presentato il Final Report sulla Social Taxonomy (Report finale sulla Tassonomia sociale), aprendo in questo modo la finestra di applicazione del 2° pilastro ESG, in attesa che venga predisposto il terzo sulla Governance.
Le aziende possono rispondere all’introduzione di nuovi requisiti con 2 distinte modalità. Limitandosi a rispettare i vincoli normativi e adeguando l’organizzazione in prospettiva di compliance: questo è il tipo approccio reattivo.
Valutando se l’organizzazione (o l’industry in cui opera) sia particolarmente esposta ai fenomeni di Diversità & Inclusione e se attraverso una gestione proattiva sia possibile generare del vantaggio competitivo: questo è l’approccio strategico.
Prima, però, è necessario comprendere cosa si intende per diversità nell’ambiente di lavoro per poi tradurre questi elementi in pratiche di inclusione. La risposta varia in funzione del contesto geografico, di consuetudini di genere (il mondo della moda è tipicamente femminile mentre quello della trasformazione primaria è tipicamente maschile), o in funzione di abilità particolari. Ai sensi della tassonomia, le aziende dovranno dare riscontro delle proprie politiche di scelta e di valutazione dei risultati di ciascun lavoratore, senza che la differenza di genere, di cultura, di origine etnica o di abilità fisiche possano essere gli unici elementi di selezione. Dovranno, inoltre, definire processi e procedure per gestire il c.d. ciclo vita del dipendente (dall’individuazione della posizione, alla scelta del candidato, al programma di formazione, ai piani di mobilità, al bilanciamento con gli impegni personali e alla chiusura del rapporto di lavoro). È altresì importante che la procedura sia validata da terzi: noi di Atlante suggeriamo la norma ISO 30415 , poiché affronta tutti gli elementi fondanti e consente la creazione di un set di indicatori specifici.
La gestione della propria organizzazione attraverso questo tipo di orientamento genera valore? È fondamentale analizzare alcuni macro-trend per formulare una risposta.
La dinamica demografica: l’ISTAT stima che nel 2037 in Italia avremo un lavoratore attivo e 2 pensionati. Questo fenomeno, unito ai flussi migratori in uscita dell’ultimo decennio, determina una forte mancanza di personale qualificato che i flussi migratori in entrata non sono in grado di compensare.
La velocità di trasformazione: l’evoluzione tecnologica e digitale impone una formazione continua; si stima che nei prossimi 5 anni vedremo cambiamenti paragonabili a quelli avuti negli ultimi 25 anni.
La formazione costante del personale: i lavoratori dovranno essere costantemente formati per dare un contributo all’attività aziendale in modo continuativo.
Affinché si generi inclusione, quindi, è necessario creare un ambiente (fisico o digitale) che elimini le barriere di accesso e favorisca la collaborazione , dove si generino relazioni improntate al riconoscimento delle diversità e all’accettazione delle stesse.
Nella creazione di questi fattori abilitanti sta la difficoltà di ogni progetto di trasformazione aziendale: il tratto culturale.
Non sfugga, inoltre, che esistono diverse premialità per le aziende che investono in questa trasformazione. Su tutte, premialità per la partecipazione ad appalti pubblici e riduzione del premio Inps (fino ad un massimo di 50.000 euro) per le aziende che certificano il proprio sistema di misurazione dei risultati di politiche di eliminazione della differenza di genere.
In conclusione, è chiaro che la competizione sulle risorse umane sarà durissima per le aziende nel prossimo futuro e che essa non potrà essere vinta senza adattare la propria organizzazione al nuovo normale.
Autore: Simone Pasquali – Sistema Ratio Centro Studi Castelli
#Qdpnews.it