Se qualcuno dovesse chiedermi: “che cosa significa donare?”. Risponderei che, in fin dei conti, donare è un atto di libertà e di coraggio.
La parola “dono” deriva dal latino donum e contiene la stessa radice del verbo “dare”: dare ad altri liberamente e senza compenso una cosa utile o gradita. L’intento originario e “puro” di questa azione implicherebbe di non pretendere nulla in cambio. Nella nostra società, purtroppo, questo gesto ha assunto in alcune circostanze un valore diverso, a volte negativo. Cambiare la rotta si può (e si deve) ma ad una condizione: bisogna partire dalla scuola.
Nella frenetica quotidianità quasi mai ci soffermiamo a pensare alla vita come dono, come qualcosa che abbiamo ricevuto senza dare niente in cambio. Di solito, iniziamo a pensarci quando un evento particolarmente doloroso interrompe la nostra monotonia, costringendoci a guardare dentro noi stessi e a pensare al nostro essere al mondo.
È importante educare i ragazzi a concepire una cultura di dono e di solidarietà nei confronti del prossimo. La scuola è il luogo prediletto per raggiungere questo obiettivo. Ma non dimentichiamoci anche dei luoghi frequentati nel dopo-scuola, ambienti ricreativi, sociali, sportivi e digitali. La scuola, in particolare, deve essere fautrice della diffusione della cultura della solidarietà, con l’intento di far comprendere alle giovani generazioni che donare può migliorare o salvare la vita di un altro essere vivente.
A scanso di equivoci è utile rammentare che donare non significa solo “donare denaro”. Ognuno di noi può, per esempio, donare il proprio tempo oppure il proprio sangue a chi ne ha più bisogno. Per esemplificare, la donazione si potrebbe racchiudere in 3 grandi classi:
- donazione di sangue, tessuti e organi;
- donazione di beni o denaro;
- donazione di tempo.
Donazione di sangue, tessuti e organi – Questo tipo di donazione può realmente salvare la vita di un’altra persona; è sempre importante tenerlo a mente e trasmetterlo ai più giovani. Il sangue è una risorsa fondamentale e non esiste al momento un’alternativa che possa sostituirlo. Donarlo è anche un modo per tenere sotto controllo la propria salute. Le donazioni di organi, tessuti e cellule possono essere fatta sia in vita che dopo la morte.
In Italia le associazioni di riferimento sono AIDO (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule) e l’AVIS (Associazione italiana volontari sangue).
Donazione di beni o denaro – Senza addentrarci nella normativa civilistica che disciplina la donazione come contratto (artt. 769, 783 C.C.) o di quella fiscale che consente di beneficiare di agevolazioni per le erogazioni in denaro e in natura agli enti non profit, l’intento è mettere in risalto la possibilità di donare anche beni o denaro verso chi è più bisognoso. In questa sfera possono ricadere, per esempio, le donazioni in denaro di un genitore al proprio figlio, le donazioni in denaro nei confronti di un ente benefico o assistenziale, oppure le donazioni di beni a scuole, associazioni oppure a popolazioni colpite da calamità naturali.
Questo è un atto che non necessariamente salva altre vite, ma può certamente contribuire al loro sviluppo, miglioramento e accrescimento.
Donazione di tempo – Donare tempo potrebbe sembrare un atto banale, non concreto, non tangibile. In realtà, il tempo è una risorsa preziosissima che tutti noi possediamo. Per esempio, i greci antichi dividevano il tempo in “Chronos” per indicare la natura quantitativa (scorrere dei minuti) e in “Kairos” (l’attimo) per indicarne la natura qualitativa, quindi soggettiva, indeterminata, indefinita. Ed è su quest’ultimo che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione. Kairos era l’ultimo figlio di Zeus ed era rappresentato come un giovanetto con le ali ai piedi, in continuo movimento. Viene tradizionalmente raffigurato mentre tiene tra le mani un rasoio e una bilancia,, per indicare il momento giusto, opportuno, adatto, la buona occasione, un momento nel quale accade qualcosa di speciale. È un invito a vivere nel presente, nella quotidianità, agendo consapevolmente. Donare il proprio tempo, pertanto, può essere considerato un tempo propizio e di qualità, un “Kairos”.
Autore: Alessandro Ponzoni – Sistema Ratio Centro Studi Castelli