Metti un giardino a pranzo

Progettare la zona pranzo: una scelta all’insegna della praticità tra pavimentazioni, materiali e livelli.

Il design e le forme sono elementi importanti nell’ambito di una buona progettazione. L’eleganza e la cura dei particolari sono aspetti altrettanto fondamentali per raggiungere una buona resa estetica e, quindi, la soddisfazione del cliente e del progettista. Tuttavia, vi sono piccoli dettagli che possono rovinare in modo definitivo anche il progetto più griffato. Chi non ha provato quanto può essere fastidioso un venticello insistente che attraversa la zona relax nel bel mezzo di una cena all’aperto? Chi non è mai rimasto abbagliato dal riverbero dei raggi solari sui mobili da giardino o sulla pavimentazione?

Lo studio dell’ambiente

Un buon progetto deve per forza partire da uno studio attento del luogo all’interno del quale si vuole inserire. È buona norma comprendere quali sono le invarianti progettuali che possono incidere sull’area di interesse. Tra queste vi sono chiaramente le condizioni atmosferiche più prevedibili e, in particolare, il movimento apparente del sole nelle varie stagioni. Qui entrano in gioco i desiderata e le abitudini dei committenti. È il committente, infatti, che deve fornire informazioni dettagliate circa la fruizione passata o futura dell’area che si vuole arredare. Quando sarà utilizzato lo spazio per mangiare all’aperto? Prevalentemente alla mattina per fare colazione, a pranzo, esclusivamente a cena? Oppure verrà usato soprattutto dai figli per fare merenda o i compiti dopo una mattinata a scuola?

Sulla base di questi e altri elementi si possono studiare le ombre proiettate dal sole sugli spazi aperti anche in funzione degli edifici e delle alberature circostanti. In questo modo si potranno evitare spiacevoli abbagliamenti nelle ore di maggiore frequentazione e la conseguente necessità di provvedere a schermi e quinte dal sapore raffazzonato, sovente poco aderenti allo stile scelto per l’area verde.

Analogamente è opportuno valutare la direzione dei venti dominanti per studiare soluzioni frangivento adeguate al contesto. Queste possono essere costituite tanto da elementi materici, spesso reperibili sul mercato, quanto da cortine vegetazionali di varia natura. Non è da escludere nemmeno la possibilità di utilizzare il vento come elemento progettuale, per esempio per diffondere all’interno dell’area pranzo la fragranza di piante aromatiche o da fiore messe a dimora appositamente per lo scopo. Il vento, inoltre, può aiutare indirettamente a fornire una sensazione di frescura grazie alla sua capacità di muovere il fogliame di alberi o di piante

erbacee. Chiudere gli occhi mentre si ascolta il sussurro delle foglie di un pioppo tremulo o il fruscio di una graminacea ornamentale – per esempio Calamagrostis acutiflora – è una sensazione davvero unica che può ripagare delle fatiche di una giornata di lavoro o di cura del giardino.

Un altro elemento da considerare è certamente l’acqua. Dove va a finire l’acqua quando piove? Cosa succede in caso di un acquazzone estivo breve ma intenso? Se vi è il rischio concreto di non poter utilizzare l’area da pranzo in caso di maltempo nei giorni precedenti, è bene pensare a una soluzione alternativa, lavorando sulle quote o sul drenaggio.

Praticità, praticità, praticità

La parola d’ordine, dunque, è praticità. Quando siamo riuniti con i nostri amici o i nostri cari per trascorrere ore liete e spensierate, certamente non abbiamo voglia di spostare continuamente un ombrellone o muovere tavoli e sedie alla ricerca del punto perfetto per evitare un’insolazione.

Per questi stessi motivi dobbiamo identificare con oculatezza il luogo dove realizzare l’area da pranzo. Questa deve essere attigua alla casa, possibilmente ubicata nelle vicinanze della cucina e riparata sia da sguardi indiscreti sia dagli elementi naturali. Solo in questo modo l’area relax diverrà una perfetta stanza all’aperto.
È bene studiare anche le dimensioni dell’area: come ci si potrebbe rilassare se si fosse costretti a mangiare pigiati come sardine? Quale sarebbe l’umore dei bambini se dovessero rimanere seduti in un posto angusto per molto tempo? Lo spazio da destinare alla sala da pranzo deve essere sufficiente per ospitare un tavolo e sedie in quantità oltre che mobili di emergenza qualora la convivialità portasse ad invitare un numero elevato di persone. Importante inoltre valutare gli spazi necessari per sedute, sdraio o dondoli oltre che per un eventuale cucina all’aperto o barbecue.

Il fattore pavimentazione

Spesso concentrati solo sull’estetica, si tende a trascurare un aspetto fondamentale: il materiale usato per la pavimentazione delle aree da pranzo all’aperto, se errato, può compromettere la riuscita di quello che, sulla carta, appariva un ottimo progetto. Se i fruitori saranno spesso impegnati in grigliate o nella preparazione di piatti ricchi di condimenti e oli, occorrerà ponderare con oculatezza l’introduzione di pavimentazioni in pietra naturale in quanto, spesso, sono caratterizzate da una capacità di “assorbimento” dello sporco che ha pochi eguali. Chi ha una pavimentazione in pietra sa bene quanto sia difficile pulirla da macchie prodotte accidentalmente. Certo si tratta di un materiale elegante e capace di adattarsi a molti contesti, sia raffinati sia rustici; tuttavia vi sono soluzioni alternative per ottenere un risultato gradevole ma meno impegnativo in termini di costi di realizzazione e di manutenzione.

I materiali alternativi da prendere in considerazione sono diversi. Una superficie di materiale inerte levigato, che si può lavare facilmente, è forse la soluzione principe in termini di praticità. Ma si possono valutare altrettanto bene le pavimentazioni realizzati in mattoni, magari posati in costa con disegno a spina di pesce, oppure si può ricorrere a materiali sciolti, quali la ghiaia, purché contenuti in appositi alveolari che ne garantiscano la stabilizzazione e la transitabilità. Per inciso, grazie alla ghiaia, si possono realizzare pavimentazioni di più colori sfruttando rocce di diversa provenienza.

Anche nei giardini più piccoli e pianeggianti – quasi monotoni all’apparenza – è possibile introdurre un elemento di variabilità giocando sui dislivelli. Le variazioni di livello, infatti, possono portare un ulteriore elemento di fascino al giardino e possono altresì aiutare a modificare la percezione visiva che si ha dell’area verde. Sebbene gli effetti ottici possano essere modificati attraverso la messa a dimora di piante e arredi, in linea di massima le aree poste in un luogo sopraelevato rispetto al punto di osservazione – per esempio la casa – appaiono più piccole, mentre se l’area da pranzo sarà posta al termine di un piccolo versante darà l’impressione di essere più grande.

Il giusto ombreggiamento

Nel corso degli anni le soluzioni per l’ombreggiamento degli esterni si sono molto evolute. Le tipologie, in ogni caso, sono rimaste le medesime. Se si dispone di spazi molto ampi si può introdurre un gazebo ossia una struttura autoportante dotata di coperture resistenti in grado di proteggere sia dal sole sia dal vento. Nei modelli più studiati sono anche disponibili zanzariere per tenere lontani gli ospiti indesiderati. Di norma sono realizzati in legno – che deve essere sottoposto a una manutenzione periodica al fine di diventare duraturo – oppure in metallo, materiale che talvolta si rivela eccessivamente leggero.

Se lo spazio di cui disponiamo è limitato e non vogliamo intralciarlo con le basi di appoggio di un gazebo possiamo optare per l’utilizzo di un ombrellone. Questo potrà essere il classico ombrellone a palo dritto, ossia che si apre dal palo centrale, eventualmente da posizionare al centro del tavolo da esterno sfruttando l’apposito foro, oppure un più sofisticato ombrellone decentrato. Quest’ultima tipologia è caratterizzata da un braccio laterale che permette l’inclinazione e la rotazione della vela ombreggiante al fine di migliorare il comfort delle zone pranzo e relax. Un’evoluzione di questa soluzione è costituita dagli ombrelloni a parete: perfetti per piccoli spazi, balconi o terrazzi, questi ombrelloni presentano dimensioni ridotte e una forma asimmetrica in grado di garantire un buon ombreggiamento, abbinato alla praticità di poter essere richiusi e addossati alla parete quando non servono.

Autore: Luca Masotto – Sistema Ratio Centro Studi Castelli Srl

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