Prepariamoci al rilancio e scegliamo con cura dove investire in base alle maggiori possibilità di successo. I suggerimenti degli addetti ai lavori.
Non sappiamo come andrà a finire questa partita. Mi piace pensare che pur negli innumerevoli disagi e danni provocati dalla pandemia, il verde ha tirato un respiro e potrebbe essere il colore della ripartenza. In questo momento registriamo alcune condizioni politiche favorevoli. La recente elezione di Joe Biden che ha in programma il ripristino di norme di tutela ambientale. La posizione della Cina post Covid in cui riemerge un nuovo interesse per la produzione green anche per essere più appetibile sui mercati internazionali. Fino all’orientamento europeo, da sempre caposaldo della protezione dell’ambiente anche se con differenti velocità tra Paesi membri.
E l’Italia? Dagli Stati Generali di Rimini emerge una chiara volontà politica verso il verde, unita a un quadro in molti ambiti all’avanguardia, ma certamente indebolito dalla crisi pandemica. Sul piano economico le nostre piccole imprese hanno bisogno di risorse per tornare ad essere competitive. In effetti pare che queste risorse con il “Recovery fund” siano state decise, ma saremo bravi a raggiungerle? Il percorso verde pare uno dei più promettenti. Significa che se sapremo ripensare le nostre imprese, i nostri prodotti e servizi con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale, avremo maggiori possibilità di ottenere una fetta della torta.
Alcuni indizi ci sono stati forniti proprio dal mutamento di abitudini dovuto alla pandemia.
Abbiamo scoperto lo smart working che certamente è più leggero per l’ambiente; abbiamo scoperto che nella piccola mobilità bici e veicoli elettrici sono ottime alternative; abbiamo scoperto l’e-commerce e le consegne a domicilio. Nessuna di queste novità è priva di controindicazioni, ma lasceranno abitudini e una maggior confidenza da sfruttare con possibili diversificazioni del nostro modo di fare impresa.
Sempre dagli Stati Generali sono emerse 5 aree premianti per attingere alle risorse prima citate: clima ed energia, economia circolare, rigenerazione urbana, mobilità sostenibile e agroalimentare.
In tema di energia si può pensare ad interventi di efficienza energetica della produzione e ad una progressiva elettrificazione.
Riguardo all’economia circolare dobbiamo riprogettare, ma anche preoccuparsi delle certificazioni fino a utilizzare nuove tecnologie per la tracciabilità.
Per le nostre città occorre migliorare la qualità degli edifici esistenti in chiave energetica e fermare il consumo di suolo. Ma anche migliorare la mobilità creando infrastrutture, senza dimenticare la crescita delle aree verdi.
E l’agroalimentare, da sempre testa di diamante della nostra bella Italia, con numerose eccellenze da difendere e da far conoscere, valorizzando sempre più produzioni biologiche, la biodiversità e la riduzione dei pesticidi.
Infine, sul piano occupazionale diventa sempre più impellente la riqualificazione professionale in ambito green e tecnologico, che certamente deve partire dal mondo scolastico, ma può e deve essere potenziata dal mondo delle imprese.
Autore: Stefano Bottoglia – Sistema Ratio Centro Studi Castelli Srl