Il Fisco spinge le imprese a restare piccole

Essere nano imprese significa, sempre più spesso, beneficiare di esenzioni fiscali ad ampio raggio e sfruttare i vantaggi della cosiddetta flat tax.

Vanno proprio in questa direzione che, per certi aspetti, si potrebbe definire “contro natura”, le nuove esenzioni Irpef che l’Esecutivo intende nuovamente ripristinare per i piccoli imprenditori agricoli e le norme che disciplinano il regime forfetario di cui alla L. 190/2014 che, sulla base degli ultimi dati resi disponibili proprio in questi giorni, ha raggiunto cifre record di adesioni. Si parla, infatti, di circa 2,2 milioni di partite Iva in regime forfetario al 31.12.2023.

Restare piccoli, rimanendo cioè nell’ambito dei soggetti ai quali si rendono applicabili gli indicatori sintetici di affidabilità fiscale (ricavi/compensi inferiori a 5,16 milioni annui), consentirà anche di valutare la convenienza o meno del nuovo concordato preventivo biennale al debutto già dal 2024.

Da una parte sta dunque il mercato, che spingerebbe le aziende italiane verso una crescita dimensionale e strutturale da raggiungere anche tramite fusioni o aggregazioni; dall’altra sta la variabile fiscale che agevola, al contrario, chi resta solo e piccolo.

Due, come abbiamo già visto, i casi eclatanti che vanno in questa direzione: la nuova esenzione Irpef per i piccoli agricoltori e i numeri da record dei contribuenti che hanno scelto il regime super semplificato e a tassazione piatta introdotto dalla L. 190/2014 (meglio conosciuto come regime forfetario).

L’esenzione Irpef per i piccoli agricoltori – Secondo l’ultimo censimento Istat sull’agricoltura, nel 2020 erano attive nel nostro Paese 1.133.023 aziende agricole, registrando un calo, rispetto al 2010, di oltre 300.000 unità. Di questo 1,3 milioni di aziende agricole, quelle in forma di impresa individuale o familiare sono la stragrande maggioranza, essendo pari a 1.059.204 (93% del totale in termini percentuali).

Secondo i dati diffusi di recente dal Ministero dell’Economia, la nuova esenzione Irpef inserita nel decreto Milleproroghe che interesserà le imprese agricole con redditi (su base fondiaria) compresi fra 0 e 15.000 euro,+ interesserà il 94% circa dell’intero comparto. L’esenzione totale Irpef dei redditi dominicali e agrari dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola fu istituita dalla L. 11.12.2016 n. 232,+ successivamente prorogata fino a tutto il 2023.

La sua reintroduzione, seppur a scaglioni, per il 2024 è un chiaro e forte segnale che il legislatore manda all’intero comparto agricolo: se restate piccoli e soli non pagherete un euro d’Irpef.

Il boom di adesioni alla flat tax – Come detto, gli ultimi dati sulle partite Iva evidenziano il balzo in avanti dei contribuenti che adottano il regime forfetario, attestati alla cifra record di circa 2,2 milioni.

Quello dei forfetari è ormai un vero e proprio esercito di piccole imprese e liberi professionisti in forma individuale che fanno di tutto per restare piccoli e soli. Per loro crescere è vietato. Crescere, infatti, significa perdere le semplificazioni contabili/amministrative del forfetario e la tassazione piatta al 5% o 15%. Un esercito che blocca processi di crescita individuale, ma anche possibili forme di aggregazione, rinunciando, in nome della convenienza fiscale, alle economie di scala conseguibili per effetto della crescita.

Piccolo è bello, dunque. Almeno in ottica fiscale. Su altri fronti le micro dimensioni e la mancanza di aggregazioni sono, e rimangono invece, un grosso problema.

Foto: archivio Qdpnews.it
Autore: Andrea Bongi – Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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