Il nuovo decreto lavoro

Construction engineer holding yellow safety helmet at work on construction site.

La legge di Bilancio 2022 ha prorogato al 2022 e 2023 il contratto di espansione , passando da un requisito di accesso consentito solo a imprese con più di 1.000 unità lavorative, a un organico di almeno 50 (numero raggiungibile anche da una rete di imprese) necessario sia per l’accesso al prepensionamento dei lavoratori che si trovino fino a 5 anni dalla maturazione dei requisiti pensionistici (di vecchiaia o pensione anticipata), che alla Cigs per i lavoratori non interessati allo scivolo pensionistico per un massimo di 18 mesi. Il decreto Lavoro prevede una nuova finestra per consentire l’uscita con lo scivolo pensionistico dei contratti di espansione stipulati entro il 31.12.2022 e non ancora conclusi.

Per questioni di copertura è saltata, nel Decreto Lavoro, la norma sull’aumento della deducibilità fino a 3.000 euro (dagli attuali 1.549,37 euro) dei contributi per colf e badanti. Per la medesima ragione sembra destinata a saltare anche la previsione dell’una tantum di 500 euro per i lavoratori a termine con contratto di 24 mesi sottoscritto successivamente all’entrata in vigore del Decreto Lavoro, se al termine della durata il rapporto non è trasformato a tempo indeterminato.

Nel Decreto Lavoro è stata inserita una norma sulle dimissioni, in base alla quale per l’assenza ingiustificata protratta oltre il termine previsto dal contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro o, in mancanza di previsione contrattuale, superiore a 5 giorni, il rapporto si intende risolto per volontà del lavoratore (pertanto non è necessario licenziarlo per assenza ingiustificata). L’obiettivo è di evitare il comportamento di lavoratori che “spariscono” per farsi licenziare ed ottenere la Naspi.

Autore: Sistema Ratio Centro Studi Castelli

Total
0
Shares
Articoli correlati