Il primo documento scritto dell’uomo? Una contabilità

Nascita del potere statale (III° millennio A.C.) attraverso la registrazione di entrate-uscite e la retribuzione dei lavoratori pubblici: mancando la moneta, l’unità di misura era una razione di birra.

C’è un grande dibattito su quale sia il più antico documento scritto oggi in nostro possesso, ma è indiscusso il fatto che si tratti di un foglio contabile. La candidatura più promettente appartiene a una serie di tavolette cuneiformi in argilla provenienti da Ur, la città di Abramo nel moderno Iraq meridionale, che si gioca il primato con altri reperti egizi, precolombiani (America centrale) e cinesi, tuttavia quello che ci preme qui evidenziare è come in tutti questi casi il contenuto dei primi documenti scritti sia sempre lo stesso: numeri. Non poemi epici, né preghiere agli Dei o dichiarazioni d’amore, che arriveranno un migliaio di anni più tardi, ma aride cifre.

Intorno a 5.000 anni fa, il fenomeno della scrittura si è manifestato contemporaneamente in diverse parti del mondo, un po’ come accaduto con l’agricoltura.

Ed è indubbio che la scrittura rappresenti di gran lunga la più importante scoperta dell’uomo, unico mezzo per procedere in un pensiero complesso che richiede un minimo di calcoli e analisi. Le tavolette di Ur si riferivano alla distribuzione di razioni di birra e ci fanno comprendere diversi aspetti della nascita del potere statale, mostrandoci una pubblica amministrazione che registra entrate e uscite e uno Stato che retribuisce i lavoratori per le loro prestazioni.

Nel 3.000 A.C. ci si rendeva conto della necessità di tenere traccia delle transazioni e di controllare quanto si sta spendendo; calcolare il numero di razioni per approvvigionare un esercito in marcia è solo un esempio. Di sfuggita, la scrittura cuneiforme di Ur veniva impressa su tavolette di argilla cotta al sole, il che rendeva i documenti” immodificabili e perseguiva lo stesso fine di oggi.

Con un gioco di parole scontato, la birra come ricompensa lascerebbe intravedere una brillante soluzione per le crisi di liquidità, ma non dobbiamo dimenticare che all’epoca il denaro era del tutto sconosciuto.

La moneta sarebbe stata inventata soltanto 2.500 anni più tardi (580 A.C. circa) da Creso re della Lidia, che mise le mani su ricchi filoni auriferi nel nordovest della Turchia, creò il concetto di conio (peso e tenore metallico uniformi), il sigillo di Stato (un’immagine di leone) e diede rapidamente vita al primo impero finanziario della storia: tutti volevano la moneta aurea di Creso, lo statere, da cui è nata anche la parola standard; e se li prese tutti Ciro il Grande re di Persia, conquistatore della Lidia, il cui primo atto fu mantenere in attività la zecca di Stato a Sardi.

Per tornare a noi, la nascita della scrittura come controllo contabile ci porta a riconsiderare anche l’idea che il potere sia nato con la forza delle armi. Certo, la guerra è antica quanto l’uomo e tutti i monarchi sono diventati tali grazie al potere militare, però nel passaggio da tribù a città-stato o regno, quando si tratta di amministrare una moltitudine di persone, ecco che la penna può essere più importante della spada.

Autore: Carlo Quiri – Sistema Ratio Centro Studi Castelli Srl

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