L’Intelligenza Artificiale generativa può costituire un valido ausilio alla campagna di comunicazione per esaudire i reali desideri del pubblico.
Al giorno d’oggi è praticamente impossibile utilizzare Internet senza imbattersi in molteplici riferimenti all’Intelligenza Artificiale e al suo influsso sulla nostra vita personale e professionale. Questo principio vale anche per il marketing degli studi professionali, ma non è necessario sapere tutto sull’Intelligenza Artificiale per utilizzarla a proprio vantaggio. Capire a cosa può essere utile e in quali casi si rivela controproducente aiuta a implementare una campagna incisiva.
Piattaforme come Chat GPT e Gemini di Google possono essere utilizzate in modo efficace per promuovere la propria attività, fornendo nuove idee, ottimizzando la stesura di contenuti e correggendo le bozze dei propri post.
La maggior parte dei professionisti del marketing utilizza già strumenti di Intelligenza Artificiale generativa nel proprio lavoro, magari solo per fare brainstorming. Con le istruzioni adeguate, si possono produrre rapidamente e facilmente decine di idee di contenuto per social media, pagine di destinazione dei siti Web e post per il blog. Anche le attività di pubbliche relazioni sono molto agevolate, considerando che normalmente si tratta di attività che richiedono diverse ore per essere eseguite.
Chi ha avuto esperienza diretta è consapevole che l’IA non è priva di stranezze ed errori; quindi, è fondamentale prevedere un intervento umano in sede di revisione dei testi. Quando si devono produrre argomenti per il blog, l’IA è formidabile, ma questo strumento non ha le qualifiche e gli anni di esperienza di una persona in carne e ossa.
Con l’Intelligenza Artificiale generativa bisogna essere al contempo audaci e fantasiosi. Si potrebbe ad esempio chiedere a Chat GPT “Dammi 3 idee per il blog di un commercialista che cerca di attrarre start-up in Lombardia” e vedere cosa viene fuori. A questo punto si può selezionare il risultato migliore e chiedere 4 sottotitoli e un invito all’azione (CTA). Oppure, in alternativa, si può chiedere a Chat GPT di generare 5 post sui social media, completi di collegamenti e hashtag. Con un po’ di correzioni e modifiche, si otterranno tantissimi contenuti in pochi passaggi.
A beneficio dei suoi utenti, Google cambia continuamente i suoi algoritmi di ricerca e il cambiamento più significativo all’orizzonte è l’introduzione della search-generative experience (SGE) o “ricerca generativa”, che è un aggiornamento sperimentale del motore di ricerca di Google. È un sistema attualmente in fase di sperimentazione negli Stati Uniti, che presto vedrà la luce con un lancio mondiale.
L’SGE utilizza l’Intelligenza Artificiale per fornire agli utenti risposte contestuali alle chiavi di ricerca, anziché un mero elenco di siti Web e collegamenti, come succede oggi. L’obiettivo è che agli utenti venga presentata una risposta colloquiale ed esauriente alla domanda posta, prima che compaia la tradizionale pagina dei risultati del motore di ricerca.
Questo potrebbe sembrare spaventoso ed eccessivamente tecnico, ma il punto nodale è che gli utenti di Google saranno certi dell’assoluta pertinenza tra contenuti proposti e bisogni dei propri clienti. Si tratta di un’enorme opportunità per i professionisti che avranno appreso come utilizzare lo strumento in modo efficace.
Diverse società di servizi stanno già facendo focus sulle “intenzioni” degli utenti per rispondere in modo più preciso alle domande dei loro clienti e apparire come la risposta migliore alle loro aspettative. Questo vale per tutti i canali di marketing, partendo dal sito web, ai social media, passando per blog, e-mail e pubblicità fatta in rete.
Autore: Stefano Donati – Sistema Ratio Centro Studi Castelli
Foto: archivio Qdpnews.it
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