La nuova età dell’oro

Mentre i byte sostituiscono gli euro, i dollari e le sterline, sta cambiando il concetto stesso di denaro per come lo conosciamo dalle sue origini ai giorni nostri.

Poche cose come il denaro hanno trasformato così profondamente la società, consentendo i commerci tra le più remote località e i trasferimenti di ricchezze, risorse e conoscenze attraverso lo spazio e nel tempo. Dalla sua invenzione a oggi il mondo è cambiato molto, ma se c’è una costante del denaro nella storia, è quella di essere sempre al centro di rapina e depredazione, oggi come allora, senza differenza alcuna. Meritano quindi attenzione le iniziative di svariate banche centrali (Bce compresa) per invertire la rotta e lanciare una criptovaluta di Stato, per ora soltanto studiata ma tutt’altro che irrealizzabile, che renderebbe tracciabile ogni passaggio.

Le funzioni di base della moneta emessa dalla banca centrale sono al centro di un cambiamento epocale. Non più di un secolo fa, le valute private erano in competizione tra loro e con le valute emesse dal governo (corso legale o moneta legale). L’emergere delle banche centrali ha spostato in modo decisivo l’equilibrio a favore della valuta legale, che funge da unità di misura, mezzo di scambio e riserva di valore.

L’avvento di varie forme di valute digitali, e la tecnologia blockchain che ci sta dietro, ha ora reso possibile separare queste funzioni del denaro, catalizzando cambiamenti di vasta portata che finiranno per interessare famiglie, imprese, investitori, banche centrali e governi. In prospettiva, una “esternalizzazione” su blockchain dei servizi svolti da istituzioni monetarie e finanziarie comporterebbe enormi razionalizzazioni e risparmi. Questa tecnologia, consentendo la proprietà sicura di oggetti puramente digitali, sta persino favorendo la nascita di nuove risorse digitali come i c.d. token non fungibili.

In questo senso, la blockchain promette di rendere più facile anche per le famiglie bisognose l’accesso a una vasta gamma di prodotti e servizi finanziari, e quindi di democratizzare la finanza. Tuttavia, le innovazioni tecnologiche nella finanza, anche quelle che potrebbero consentire un’intermediazione più efficiente, contengono implicazioni a doppio taglio per la disuguaglianza di reddito: pensiamo all’ulteriore concentrazione del potere finanziario nelle mani di pochissimi operatori (Amazon, Meta, Alibaba, ecc.) e alle implicazioni per la privacy, dal momento che ogni minima transazione sarebbe certificata.

Ed è quest’ultimo l’aspetto beffardo della vicenda: nate per garantire l’anonimato ed eliminare la dipendenza dai Governi e dalle banche centrali, le criptovalute stanno stimolando cambiamenti che potrebbero compromettere la privacy di chiunque maneggi denaro (virtuale), oppure riportare in auge il baratto, l’oro e altri arcaici sistemi di pagamento.

Autore: Carlo Quiri – Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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