La rata del mutuo (variabile) è salita parecchio, a volte quasi raddoppiando, a causa dei rialzi decisi dalla Bce per contrastare l’inflazione. Ciononostante il mercato italiano dovrebbe comunque reggere nel corso dell’anno, adeguandosi a una situazione che si lascia alle spalle il decennio di tassi zero e, tuttavia, presenta tassi ancora accessibili rispetto ai picchi degli scorsi anni. Chi ha il mutuo a tasso fisso (la grande maggioranza di quelli in essere) non ha poi subito alcun effetto.
La strada per far quadrare i conti invece si presenta più in salita per le famiglie con il variabile o per quelle che vogliono chiedere un prestito per l’acquisto di una casa.
Con l’ulteriore aumento di 25 punti della Bce, la rata di un mutuo variabile ventennale di 160.000 euro siglato un anno fa passa da 697 a 978 euro (+40%) mentre un trentennale dello stesso importo lievita da 475 a 753 euro (+63%).
Da un lato il reddito disponibile è colpito dall’aumento dell’inflazione, dall’altro la crescita della rata induce a chiedere una somma minore o, per i redditi più bassi, a rinunciare all’acquisto.
Autore: Sistema Ratio Centro Studi Castelli