Recentemente ha suscitato un certo clamore l’aggiudicazione, per il prossimo triennio, dei diritti televisivi delle partite di Serie A da parte di DAZN a scapito di SKY, il cui dominio nel settore durava ininterrottamente da molti anni.
La notizia, a prima vista irrilevante per chi non è proprio un appassionato, in realtà ha una risonanza che va ben al di là dei confini sportivi, dal momento che il calcio, pur navigando oggi in acque agitate, è da sempre il contenuto televisivo più importante per comprendere le trasformazioni nei consumi o l’affermazione di nuovi modelli di business.
Nuove piattaforme
Basta fare un salto indietro nel tempo e tornare, ad esempio, al 1980 quando l’acquisto dei diritti di un torneo internazionale in Uruguay che vedeva impegnata la nostra nazionale di calcio, ad opera di una sconosciuta emittente lombarda chiamata “Canale 5”, segnò la nascita della TV commerciale nel nostro Paese; oppure ai primi anni 90 con l’avvento della pay-tv grazie ad alcuni canali come Tele+ e Stream che per primi trasmisero in diretta le partite del nostro campionato.
Una svolta analoga si è verificata col passaggio di consegne da SKY, che opera principalmente sul satellite, a DAZN che invece trasmette in streaming, vale a dire via Internet.
Tv via Internet
La principale novità di questi ultimi anni è stata proprio l’affermazione di piattaforme online, Netflix e Amazon Prime su tutte, le quali, a differenza delle tradizionali tv a pagamento lineari, in cui cioè la programmazione è decisa dai canali, sviluppano servizi che consentono al telespettatore di selezionare i propri contenuti preferiti all’interno di ampi cataloghi.
Tale modalità, definita on demand, consente notevoli vantaggi economici, riducendo i costi addirittura del 400/500% rispetto ai classici abbonamenti annuali e non è un caso che Netflix, leader mondiale di questo segmento di mercato, stia traendo grandissimi benefici dallo streaming online, al punto da aver visto raddoppiati i propri abbonati durante i primi mesi del 2020.
Questa tendenza sembra destinata a consolidarsi sempre più, dal momento che il Covid-19 ha stravolto le abitudini quotidiane di tutti, quasi costringendo le persone all’intrattenimento domestico online e coinvolgendo in tale tipologia di consumo anche le fasce di popolazione meno avvezze alle tecnologie più evolute.
Ma vi sono altri fattori legati all’emergenza pandemica che dovrebbero favorire la progressiva migrazione dalla TV lineare verso i servizi streaming a banda larga. Oltre all’accennata perdita della programmazione sportiva, la crisi economica e la conseguente riduzione del reddito disponibile, potrebbero costringere molte famiglie a cancellare i loro abbonamenti tradizionali per orientarsi verso prodotti più a buon mercato, accelerando così l’inarrestabile declino delle storiche televisioni in chiaro che dipendono dalla congiuntura economica in termini di ricavi pubblicitari.
Il canone Rai
È quest’ultimo un dato molto interessante poiché si interseca con un altro aspetto che tocca le tasche dei cittadini, ovvero il pagamento dell’odiatissimo canone Rai, posto a carico, come noto, dei nuclei familiari che possiedono un apparecchio televisivo.
Poiché sono sempre più numerosi, specie tra i giovani, coloro che utilizzano pc, tablet, smartphone per vedere, magari tramite app, i propri programmi preferiti, per essi c’è la possibilità di ottenere l’esenzione dal canone.
È sufficiente inviare entro il 31.01 (ma viene vivamente consigliato il 31.12 quale termine ultimo per evitare spiacevoli addebiti nell’anno di riferimento) all’Agenzia delle Entrate o alla Rai un’apposita richiesta contenente una dichiarazione sostitutiva di non detenzione, peraltro disponibile online.
È il caso di ricordare che tale dichiarazione è stata introdotta con la Legge di Stabilità del 2016 la cui normativa, disponendo il pagamento rateale del canone all’interno della bolletta elettrica, ha di fatto operato la presunzione che tutti abbiano un televisore. Chi non ne possiede uno deve dunque dimostrarlo formalmente affinchè possa essere esonerato dal suddetto obbligo.
Autore: Giovanni Pugliese – Sistema Ratio Centro Studi Castelli