Finalmente il 31.05.2019, a campagna dichiarativa ormai iniziata, è uscita la tanto attesa circolare degli oneri, ossia la guida alla dichiarazione dei redditi delle persone fisiche per gli oneri che danno diritto a deduzioni/detrazioni dal reddito. Tra le novità di quest’anno si annovera la spesa per l’abbonamento ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale, interregionale dell’autobus, del treno, della metro.
A prescindere dal mezzo di traporto utilizzato, dal 1.01.2018 spetta una detrazione del 19% su queste spese, fino al limite massimo per singolo contribuente di 250 euro (perciò con una detrazione massima di 47,50 euro). Pertanto un soggetto con 2 figli a carico e 2 abbonamenti, per esempio da 250 euro l’uno, di fatto potrà detrarsi solo un abbonamento, con una detrazione massima di 47,50 euro.
Allo stesso modo, se il costo dell’abbonamento del figlio è suddiviso tra i due genitori, per un totale di 400 euro di abbonamento del figlio a carico, l’ammontare massimo da ripartire tra i 2 genitori è comunque di 250 euro, quindi (per esempio) 125 euro a testa.
Infine, ipotizzando il caso di un genitore con un figlio a carico e l’altro no, potrà detrarsi fino a 250 euro per l’abbonamento del figlio a carico e il figlio non a carico potrà detrarsi a sua volta (nella propria dichiarazione dei redditi) fino a 250 euro di spesa per l’abbonamento.
Lo studente universitario, oltre alle spese per le tasse universitarie e per i canoni di locazione per l’appartamento sito nella città dell’università (in un Comune diverso e distante almeno 100 km e comunque in una Provincia diversa), fino all’importo massimo di 2.633 euro, potrà detrarsi anche le spese per l’abbonamento del treno per raggiungere la città universitaria.
Si applica il principio di cassa: per esempio, l’abbonamento pagato 200 euro il 18.12.2018 e che ha validità 1.01.2019-30.06.2019 finirà nel dichiarativo di quest’anno (2018). Se le spese sostenute vengono rimborsate dal datore di lavoro (in sostituzione delle retribuzioni premiali, da indicare quindi in CU), la detrazione non spetta.
Per abbonamento si intende un titolo di trasporto che consenta di effettuare un numero illimitato di viaggi per più giorni su un determinato percorso o sull’intera rete per un periodo di tempo specificato. Quindi non vi rientrano, per esempio, i biglietti 72 ore o le carte turistiche che oltre all’utilizzo del mezzo consentano l’ingresso a musei, spettacoli, ecc.
Quale documentazione conservare? Il titolo di viaggio, o ricevuta di pagamento (o altro documento) che indichi:
– importo;
– data di sostenimento della spesa (se non è indicata, si intende sostenuta il primo giorno di inizio di validità dell’abbonamento);
– soggetto utilizzatore;
– periodo di validità.
Se si tratta di abbonamento elettronico, sarà sufficiente una qualunque documentazione che riporti le informazioni sopra elencate.
Se la spesa è sostenuta a favore di un familiare a carico (titolo di viaggio e ricevuta di pagamento intestati al familiare a carico, oppure anche solo uno dei titoli intestato al familiare) è necessario produrre una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con l’indicazione del soggetto che ha sostenuto la spesa. Questi requisiti identificativi si intendono soddisfatti anche se la documentazione, pur non contenendo alcun riferimento esplicito all’avente diritto, sia comunque a lui riconducibile in modo univoco, per esempio attraverso un codice identificativo.
Foto: archivio Qdpnews.it
Autore: Paolo Meneghetti, Vittoria Meneghetti – Sistema Ratio Centro Studi Castelli