Rating di legalità: lo stato dell’arte

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) informa sul livello di diffusione del rating di legalità tra le imprese.

Con la Relazione annuale sull’attività svolta nel 2023 l’AGCM ha illustrato l’evolversi e l’andamento delle richieste del rating di legalità, istituto introdotto nel 2012 cui possono accedere le imprese che, nell’anno precedente alla richiesta, hanno realizzato un fatturato minimo di 2 milioni di euro e risultano iscritte nel Registro delle Imprese da almeno 2 anni.

La natura premiale del rating è individuabile nei benefici che l’impresa può conseguire con la sua attribuzione:

accesso agevolato ai finanziamenti pubblici e al credito bancario;

migliori punteggi nella partecipazione alle procedure ad evidenza pubblica.

Relativamente a quest’ultimo aspetto, all’operatore economico in possesso del rating di legalità il nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023) riconosce una riduzione dell’importo della garanzia nelle procedure per l’affidamento di servizi e forniture (art. 106, c. 8, All. II.13) e prescrive che questo rientra tra i parametri di valutazione rilevanti per definire la “reputazione dell’impresa” (artt. 109 e 222, c. 7).

Al sussistere delle prescritte condizioni, l’impresa che intende ottenere il rating di legalità deve presentare apposita richiesta all’AGCM, compilando il formulario reperibile sul sito web della medesima. Poiché le informazioni raccolte attraverso il formulario hanno la veste di “autodichiarazioni”, l’Autorità si avvale della collaborazione dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza per svolgere le verifiche, rispettivamente, tese ad accertare l’assenza di cause ostative al rilascio o al mantenimento del rating e i profili di rilevanza fiscale e contributiva.

A dimostrazione dell’accresciuta consapevolezza delle imprese circa l’utilità dell’istituto, la Relazione evidenzia un incremento esponenziale dei formulari ricevuti nel 2023: 30,52% in più rispetto al 2022 e il 42,14% rispetto al 2021, sebbene, al 31.12.2023, le imprese titolari di rating risultavano in totale solo 12.313, distribuite geograficamente su tutto il territorio nazionale, con una maggiore concentrazione nelle Regioni di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

Il rating di legalità è espresso con un punteggio crescente: una stelletta per il possesso dei requisiti base di legalità, fino al massimo di 3 stellette in presenza dei requisiti aggiuntivi, i punteggi intermedi tra minimo e massimo sono rappresentati con il segno “+”. Va da sé che più alto è il punteggio, maggiori saranno le condizioni di “legalità” raggiunte dall’impresa, quale effetto della tendenza a migliorare la propria organizzazione, nonché a potenziare le prestazioni rese al mercato di riferimento.

L’attribuzione del rating di legalità può essere impedita da cause ostative, che assumono valenza anche per le revoche e gli annullamenti; dall’analisi svolta dall’AGCM sui casi che hanno impedito alle imprese di ottenere/mantenere il rating, è emerso che, nel triennio 2021-2023, questi hanno riguardato i reati di violazioni della normativa sulla sicurezza sul lavoro, ambientali, tributari-contributivi, connessi alla responsabilità amministrativa 231, contro la Pubblica Amministrazione e il patrimonio, fallimentari; oltre che casi di annotazioni nel casellario informatico dell’ANAC, antimafia o aggravante mafiosa, illeciti tributari di natura amministrativa e provvedimenti della stressa AGCM.

Nella specie, l’analisi ha evidenziato che le fattispecie di reato più ricorrenti sono state quelle in materia di sicurezza sul lavoro (38%), seguite dai tributari-contributivi (16%) e ambientali (15%). Da sottolineare che si tratta di fattispecie costituenti presupposto della responsabilità amministrativa da reato degli Enti collettivi, di cui al D.Lgs. 231/2001. Rileva che le dette cause ostative al rilascio del rating di legalità sono il riflesso delle criticità che di frequente affliggono alcune imprese, le cui condotte sono spesso oggetto della cronaca giudiziaria.

Foto: archivio Qdpnews.it
Autore: Giovanni Alibrandi – Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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