Tra i referendum che si terranno domenica 8.06.2025 e lunedì 9.06.2025 è prevista l’abrogazione parziale della norma sui licenziamenti nelle piccole imprese attraverso la cancellazione del tetto all’indennità risarcitoria.
L’8.06.2025 e il 9.06.2025 i cittadini italiani aventi diritto al voto sono chiamati a partecipare ai referendum popolari abrogativi (art. 75 Costituzione) su 5 quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza promossi da sindacati e associazioni. Il secondo quesito referendario sul lavoro, relativo all’art. 8 L. 604/1966, riguarda la cancellazione del tetto all’indennità risarcitoria prevista per i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese, attraverso l’abrogazione parziale della norma.
Obiettivo del quesito è ridisegnare la tutela indennitaria per i lavoratori di aziende di minori dimensioni, eliminando il limite massimo di 6 mensilità di indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato.
Il testo del quesito recita: “Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro”?”.
La norma in questione prevede che nelle aziende che non impiegano oltre 15 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo una lavoratrice o un lavoratore può ottenere al massimo 6 mensilità di risarcimento, anche quando sia stata accertata l’illegittimità del licenziamento. Si tratta di un tema complesso che merita un articolato approfondimento, anche alla luce della giurisprudenza della Corte Costituzionale; tuttavia, proviamo a sintetizzare le contrapposte argomentazioni.
Per i sostenitori del “sì” la disposizione segna in modo rilevante la differenza tra i lavoratori dipendenti da imprese medio grandi e lavoratori addetti alle piccole imprese, con effetti che si ripercuotono anche sulle loro condizioni di vita.
L’obiettivo è innalzare la tutela dei lavoratori affidando al giudice la determinazione del giusto risarcimento. L’esito positivo del referendum, difatti, eliminerebbe il tetto delle 6 mensilità di indennizzo, sicché spetterebbe al giudice definire l’indennità risarcitoria in funzione anche dei danni patrimoniali e degli eventuali danni non patrimoniali. In tal modo, la decisione del giudice sarebbe frutto di una valutazione dei criteri già previsti dall’art. 8 che il quesito referendario peraltro non intende abrogare (numero dei dipendenti occupati, dimensioni dell’impresa, anzianità di servizio, comportamento e condizioni delle parti).
Per i sostenitori del “no” l’abrogazione della disposizione in oggetto determinerebbe una situazione paradossale in cui, per i lavoratori delle imprese di grandi dimensioni, permane un tetto al risarcimento (fino a 36 mensilità) mentre, per i lavoratori delle imprese minori non vi sarebbe alcun limite, quindi godrebbero di un regime più favorevole, sebbene ciò potrebbe causare un appesantimento dell’onere probatorio a carico dei lavoratori che intendono far valere gli eventuali altri danni secondo le regole civilistiche ordinarie.
Domenica si voterà dalle ore 7:00 alle ore 23:00, lunedì dalle ore 7:00 alle ore 15:00.
(Autore: Mario Cassaro – Sistema Ratio)
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