Search Gpt sfida i motori di ricerca tradizionali

L’intelligenza artificiale

Negli ultimi anni siamo stati abituati a cercare informazioni su Google o su altri motori di ricerca tradizionali, ma l’introduzione di Search GPT promette di cambiare tutto.

L’intelligenza artificiale sta portando un approccio più interattivo e intuitivo: non si tratta più di sfogliare pagine di risultati basati su parole chiave, ma di intraprendere vere e proprie conversazioni capaci di rispondere in modo preciso e personalizzato. È un salto di qualità che potrebbe rivoluzionare la nostra esperienza online.

Già con Perplexity alcuni utenti avevano sperimentato questa possibilità, ma ora, con l’arrivo di Search GPT, diventa quasi naturale affidarsi all’intelligenza artificiale per eseguire ricerche sul web.

A differenza dei motori di ricerca tradizionali che ordinano le pagine web con risultati spesso sponsorizzati o fuori tema, Search GPT utilizza modelli di linguaggio avanzati per comprendere il contesto delle domande e fornire risposte su misura. È come affidare una ricerca a un esperto del web e del linguaggio, capace di cogliere tutte le sfumature della richiesta, esplorare molto rapidamente i risultati trovati e discutere dell’argomento in base a quanto rinvenuto sul web.

Se la domanda è generica e ha fonti internazionali, basta tradurre il prompt nella lingua desiderata per accedere ai siti stranieri, ottenendo con poco sforzo fonti autorevoli come database scientifici, pubblicazioni accademiche e report specializzati. Poniamo che mi stia occupando di ESG e sia interessato ai contributi internazionali: traducendo la richiesta in inglese, posso trovare report approfonditi da parte delle Nazioni Unite, articoli accademici pubblicati su riviste come The Journal of Cleaner Production o studi di enti di ricerca come il World Resources Institute.

Non sarà più necessario aprire molteplici schede del browser per confrontare le fonti; l’intelligenza artificiale compie il “lavoro sporco” di selezionare le fonti più autorevoli, mostrandole e dandoci la possibilità di escludere quelle da noi non ritenute attendibili, lasciandoci più tempo per approfondire la ricerca. Questo tempo libero può essere utilizzato per analizzare in profondità le fonti selezionate, confrontarle criticamente, o elaborare nuovi approcci e ipotesi sulla base delle informazioni ottenute.

Ogni affermazione del ChatBot diventa facilmente verificabile e per ogni risposta vengono fornite le preziosissime fonti.

Non dovremo più fare la fatidica domanda: “Dove hai preso queste informazioni?” per sentirci rispondere “Scusa me le sono inventate”.

Sebbene, il ruolo del controllo umano rimanga cruciale, soprattutto per argomenti complessi o delicati, dove la supervisione è imprescindibile, con l’avanzata di Search GPT, molti si chiedono quale sarà il destino dei motori di ricerca tradizionali.

È improbabile che spariscano del tutto: la loro capacità di indicizzare miliardi di pagine web rimane insostituibile per molte applicazioni. Tuttavia, è evidente che dovranno evolversi per rimanere rilevanti.

Si attende quindi la risposta di Google. E, come sempre, ne vedremo delle belle!

Autore: Alessandro Mattavelli – Sistema Ratio Centro Studi Castelli
Foto: archivio Qdpnews.it
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