Il lavoro straordinario va retribuito se svolto in linea con la volontà del datore, anche in assenza di autorizzazioni formali.
La Corte di Cassazione ha stabilito che il lavoro straordinario va retribuito se svolto in linea con la volontà del datore, anche in assenza di autorizzazioni formali. Una sentenza che tutela i diritti dei lavoratori e riafferma il principio costituzionale della giusta retribuzione.
Vicenda giudiziaria – Un paramedico ha avviato un’azione legale per ottenere il pagamento di emolumenti relativi a servizi di dialisi svolti durante il periodo estivo, tra il 2013 e il 2015. La Corte d’Appello ha rigettato la richiesta del ricorrente, argomentando che tali prestazioni non rientrano nell’ambito di applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro invocato. Secondo la Corte, le prestazioni in questione sarebbero disciplinate da accordi specifici che prevedono procedure autorizzative e negoziazioni tariffarie, elementi non prodotti in giudizio dal lavoratore.
Principio stabilito dalla Cassazione – Con l’ordinanza 3.09.2024, n. 23610 la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione d’Appello, stabilendo che nel pubblico impiego privatizzato, le prestazioni lavorative svolte in conformità con la volontà del datore di lavoro devono essere retribuite adeguatamente, anche in assenza di formali autorizzazioni.
Questo principio si basa sull’art. 36 della Costituzione, che garantisce il diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto. La Cassazione ha riconosciuto la validità degli argomenti del ricorrente, evidenziando che l’azienda sanitaria aveva beneficiato economicamente delle prestazioni extra svolte dal dipendente.
La Corte ha sottolineato che il lavoro straordinario effettivamente svolto deve essere remunerato, indipendentemente dai limiti contrattuali sul ricorso allo straordinario. Tale principio mira a proteggere i lavoratori da possibili abusi e a garantire una giusta compensazione per il lavoro svolto.
Conseguenze della sentenza nel mondo del lavoro – La sentenza ha rafforza i diritti dei lavoratori, garantendo che il lavoro straordinario venga riconosciuto e retribuito anche in situazioni meno formali. Inoltre, stabilisce un precedente significativo specialmente per i lavoratori del settore pubblico, che spesso svolgono prestazioni aggiuntive senza un adeguato compenso.
Dal punto di vista dei datori di lavoro, la sentenza sottolinea l’importanza di una gestione puntuale delle prestazioni lavorative aggiuntive. Le aziende dovranno prestare maggiore attenzione alla documentazione e alla formalizzazione delle richieste di lavoro straordinario per prevenire potenziali controversie.
Autore: Gianluca Pillera – Sistema Ratio Centro Studi Castelli
Foto: archivio Qdpnews.it
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