Il professionista deve aggiornarsi costantemente: documenti, libri, articoli, e-mail, internet. Sembra che questa attività impegni quotidianamente 2 o 3 ore, ma con la tecnica e un po’ di allenamento si dimezzano i tempi.
La lettura veloce o “speed reading” è una tecnica di lettura nata intorno agli anni ’50 negli Stati Uniti e proposta dalla scuola “Evelyn Wood Reading Dynamics Institute”, al cui interno si addestrarono principalmente funzionari dello Stato e alcuni presidenti Usa, per primi Kennedy, Nixon, Carter. In Italia fece comparsa intorno agli anni ’70 per poi diffondersi esponenzialmente negli anni ’80. In cosa consiste il metodo? In sostanza, nell’abituare il movimento oculare a comportarsi diversamente, riuscendo a leggere piccoli gruppi di parole invece che le singole parole, concentrandosi sui concetti più che sulle singole parole.
La velocità di lettura non è una caratteristica innata nell’individuo, ma il risultato di anni e anni di abitudini, apprese però all’età di 5 o 6 anni e mai modificate. Si può affermare che per leggere stiamo usando lo stesso metodo che usavamo a 6 anni, solo leggermente velocizzato. Se posso azzardare un paragone, è come usare ai giorni nostri una macchina da scrivere Olivetti Lettera 52, anche se un po’ più velocemente.
Per completezza di informazione, ci sono anche autorevoli pareri discordi sull’utilità di questo metodo. In parte hanno ragione, ma il motivo è semplice: chi l’ha studiato su testi americani, vedrà statistiche ed esempi con numeri altisonanti: mentre mediamente la velocità di lettura è intorno alle 160/180 parole al minuto (p.a.m.), si parla di persone che leggono a 5.000 o anche 10.000 p.a.m.
A parte che il “fenomeno” (l’eccezione) non fa la regola, il problema è che la ricerca del record lascia in secondo piano la comprensione di ciò che si legge. A tal proposito, viene spesso citato il caso di un esperto di Speed Reading che leggeva Guerra e Pace in due ore, ricordandone testo e trama. Forse al pubblico americano piace molto, ma noi italiani siamo un po’ più concreti: non serve a nulla leggere un libro di narrativa in due ore, la lettura è anche immaginazione, immedesimazione, passatempo. Se voglio sapere la trama, mi basta leggere una recensione o riassunto: si fa in 10 minuti, altroché due ore! Questi esempi eclatanti sono in realtà negativi e controproducenti per la diffusione delle tecniche di lettura veloce.
Va comunque chiarito che “lettore veloce” non è sinonimo di “buon lettore“, così come “lettore lento” non significa “cattivo lettore”: leggere rapidamente un testo senza capirlo è in ogni caso una perdita di tempo. L’obiettivo primario non è solamente accelerare la lettura, ma arrivare alla velocità massima che consenta la comprensione di quel testo e che soddisfi le esigenze del lettore. Infatti, la velocità si riduce di fronte a testi particolarmente impegnativi o aumenta se siamo motivati da un forte interesse o se si tratta di argomenti che già conosciamo. Altra variabile è il supporto di lettura: l’abitudine a leggere a video si diffonde sempre di più e la rete Internet ci impone di migliorare le abilità di sintesi e di rapidità di comprensione e apprendimento.
Personalmente è un metodo che ho appreso negli anni ’80 e mi ha dato enormi vantaggi: risparmio di tempo, aggiornamento rapido, lettura di un maggior numero di libri. Lo consiglio caldamente a tutti i professionisti: per apprendere i metodi di lettura veloce ci sono corsi, libri e siti che forniscono indicazioni e suggerimenti. Occorre però allenarsi almeno 15 minuti al giorno per circa 2 settimane. Ma vi faranno risparmiare centinaia di ore nei mesi e anni successivi.
Autore: Eros Tugnoli – Sistema Ratio Centro Studi Castelli Srl