Welfare premiale: i vantaggi per datore di lavoro e lavoratore

Welfare premiale: i vantaggi per datore di lavoro e lavoratore

La corretta applicazione di un piano di welfare premiale si traduce in una riduzione del carico fiscale per le aziende e i lavoratori se comparato all’erogazione del premio di produzione.

Introdurre una politica premiale in ambiente lavorativo significa stimolare i lavoratori a essere più produttivi, ridurre i fenomeni di assenteismo e dimissioni, aumentare la soddisfazione dei clienti e attrarre nuovi talenti in azienda.

Integrando la retribuzione base, il premio di produzione può essere un fattore determinante per aumentare la soddisfazione dei lavoratori dipendenti e raggiungere migliori risultati aziendali. Il premio di produzione si configura, quindi, come obiettivo idoneo al raggiungimento di specifici obiettivi aziendali preventivamente concordati e legati a produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione apportata.

È bene chiarire che l’erogazione è a discrezione del datore di lavoro, a meno che non ne sia previsto l’obbligo nei contratti collettivi del lavoro di riferimento. Ciò significa che il datore di lavoro può decidere se erogarlo a singoli lavoratori che si sono distinti per specifici meriti come efficienza e qualità (tale scelta potrebbe però creare un clima di tensione all’interno dell’ambiente di lavoro soprattutto con gli altri lavoratori impiegati nel medesimo settore, ma che sono stati esclusi dalla politica premiale), a categorie omogenee di lavoratori (gruppi di lavoratori accomunati da un denominatore comune che può essere, ad esempio, il livello di inquadramento, le categorie legali, i settori aziendali, l’anzianità di servizio in azienda) o alla totalità dei lavoratori.

Le somme erogate a titolo di premio di produzione sono soggette a contribuzione previdenziale e a tassazione, seppur agevolata al 5% in attuazione dell’art. 1, c. 63 della legge di Bilancio 2023, il che si traduce in una riduzione del valore nominale erogato a titolo di premio e un costo aggiuntivo per il datore di lavoro. Le condizioni di accesso alla tassazione agevolata sono:

somme erogate in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali, di cui all’art. 51 D.Lgs. 81/2015; corresponsione di tali somme legata a incrementi di produttività misurabili, così come previsto dalla procedura di deposito degli accordi; deposito degli accordi nel rispetto di quanto previsto dall’art. 5 D.M. 25.03.2016.

La legge di Bilancio 2023 ha inoltre confermato il limite già previsto di 3.000 euro quale somma massima erogabile che consente l’accesso alla riduzione del cuneo fiscale sui premi di produzione e la possibilità di convertirlo in tutto o in parte in beni e servizi di welfare.

Decidere di erogare il premio di produzione sotto forma di beni e servizi, il cosiddetto welfare premiale, comporta un notevole risparmio in capo sia al lavoratore che al datore di lavoro in quanto l’importo non è soggetto a contribuzione previdenziale, né tantomeno a imposizione fiscale. La sua flessibilità si riflette inoltre nella mancanza del tetto massimo di premio detassato che è fissato in 3.000 euro sia per il premio di risultato che per il premio di risultato convertito in welfare, che consente di erogare anche somme superiori al limite sopra citato. Non vi è inoltre il requisito del tetto massimo di 80.000 euro di reddito lordo maturato nell’anno precedente per poterne beneficiare, consentendo quindi anche a quadri e dirigenti di riceverlo.

Inoltre, il welfare premiale non concorre alla formazione del reddito ma, trattandosi di strumento di natura “inclusiva”, prevede l’erogazione a tutti i lavoratori dipendenti o a categorie omogenee di questi.

Ulteriore vantaggio del welfare premiale risiede nella non obbligatorietà di stipula di accordi di 2° livello o territoriali sottoscritti con le parti sindacali legati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione così come invece previsto per i premi di produzione. Per la sua applicazione si richiede un semplice regolamento aziendale interno potendo quindi essere concertato e comunicato anche in tempi brevi.

Si ipotizzi di dover erogare 2.000 euro sotto forma di premio di produzione: premio di produzione erogato: 2.000 euro; contributi previdenziali a carico del lavoratore (9,49%): 189,80 euro; imponibile soggetto a tassazione agevolata: 1.810,20 euro; tassazione agevolata (5%): 90,51 euro; netto percepito: 1.719,69 euro.

La medesima somma di 2.000 euro erogata sotto forma di welfare premiale invece restituisce come dato un netto percepito di pari importo con relativo aumento del potere d’acquisto della retribuzione il che si traduce in vantaggi che riguardano sia la sfera economica che personale del lavoratore.

Per l’azienda si traduce invece in un risparmio contributivo sul costo del personale e nella piena deducibilità ai fini Ires, ai sensi dell’art. 95, c. 1 del Tuir (Agenzia delle Entrate – risoluzione 25.09.2020, n. 55/E).

(Foto: archivio Qdpnews.it).
Autore: Gian Paolo Orfino – Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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