Il terroir, termine francese fondamentale nel mondo del vino, racchiude l’insieme unico di tutti i fattori ambientali che plasmano il carattere di un vino: dal suolo al microclima, dall’altitudine alle pratiche di coltivazione tradizionali, fino alla storia viticola della regione. Ma c’è una dimensione del terroir che solo recentemente sta emergendo in tutta la sua importanza: il “terroir microbico“, ovvero l’insieme dei microrganismi che abitano il suolo e interagiscono con le viti, contribuendo a creare l’unicità di un vino.
Nel cuore della Toscana, tra le dolci colline di Montepulciano, si nasconde un universo microscopico che contribuisce a rendere unico e inimitabile il celebre Vino Nobile. Un recente studio ha rivelato come questi minuscoli abitanti del suolo – batteri e funghi che popolano le radici delle viti e il terreno circostante – giochino un ruolo fondamentale nel definire il carattere distintivo di questo prestigioso vino.
Proprio come ogni territorio ha la sua storia e le sue tradizioni, anche il sottosuolo di Montepulciano custodisce una comunità microbica del tutto particolare. I ricercatori hanno scoperto che i microorganismi presenti in questa zona sono significativamente diversi da quelli trovati in altri vigneti italiani e internazionali. In particolare, hanno identificato dieci generi microbici che rappresentano la vera e propria “firma biologica” del territorio, con il batterio Nocardioides che emerge come il principale marcatore di questa unicità.
Ma ciò che rende ancora più affascinante questa scoperta è il modo in cui questi minuscoli organismi collaborano con le viti. Ogni sottozona dell’area di produzione del Vino Nobile presenta una propria comunità microbica distintiva, che si adatta alle caratteristiche specifiche del terreno e contribuisce in modo unico alla crescita delle piante. È come se ogni angolo di questo territorio avesse sviluppato nel tempo la propria squadra specializzata di microscopici assistenti, ognuno con compiti specifici: alcuni sono particolarmente bravi a rendere disponibile il fosforo per le piante, altri si specializzano nella produzione di sostanze che favoriscono la crescita delle radici.
Questa varietà microbica non è solo una curiosità scientifica, ma rappresenta un vero e proprio tesoro di biodiversità che potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro della viticoltura. In un’epoca di cambiamenti climatici e sfide ambientali sempre più pressanti, comprendere e preservare questi ecosistemi microscopici potrebbe essere la chiave per mantenere la qualità e l’unicità dei vini tradizionali, garantendo al contempo una maggiore sostenibilità delle pratiche agricole.
Lo studio ha anche evidenziato un’affascinante connessione tra questi minuscoli abitanti del suolo e le caratteristiche finali del vino. I ricercatori hanno infatti scoperto che la composizione del microbioma della rizosfera – l’area intorno alle radici delle viti – è correlata alla presenza di specifici metaboliti nel vino, suggerendo che questi microscopici alleati contribuiscono effettivamente a plasmare il carattere unico del Vino Nobile di Montepulciano.
Questa ricerca non solo getta nuova luce sul concetto di terroir, tradizionalmente legato alle caratteristiche del suolo e del clima, ma apre anche nuove prospettive per il futuro della viticoltura. La comprensione e la preservazione di questa preziosa biodiversità microbica potrebbero infatti rappresentare una chiave fondamentale per mantenere e valorizzare l’identità dei grandi vini territoriali, garantendo al contempo una maggiore resilienza dei vigneti di fronte alle sfide future.
La biodiversità batterica di Montepulciano si rivela così non solo come un elemento caratterizzante del territorio, ma come un patrimonio biologico da tutelare e valorizzare. Questa ricchezza microscopica, invisibile ai nostri occhi ma fondamentale per la vita delle viti, ci ricorda come la natura, anche nelle sue manifestazioni più minute, sia in grado di creare sistemi complessi e perfettamente equilibrati che contribuiscono a rendere ogni vino un prodotto davvero unico e irripetibile.
(Autore: Paola Peresin)
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