Custodire

In tanti si sono chiesti le ragioni dello straordinario successo del Festival “La Musica nel Sacro” conclusosi ieri pomeriggio con il quattordicesimo evento, il Concerto dei Concerti, e  l’esecuzione del “Magnificat” di Antonio Vivaldi, per coro e orchestra, in un Duomo di Pieve di Soligo gremito all’inverosimile da un pubblico entusiasta, arrivato da ogni dove nella città delle “vite illustri” del Quartier del Piave.

Certo, la scelta delle domeniche d’estate, l’alta qualità dell’offerta musicale, i giovani talenti proposti, l’organizzazione, la comunicazione, il grande gioco di squadra con associazioni, istituzioni e sponsor, lo stile cordiale, accogliente e non elitario di una manifestazione molto apprezzata anche per la sua capacità di dare vita e voce  alla bellezza dei luoghi sacri delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, oggi Patrimonio dell’Umanità UNESCO,  in un sapiente mix che ha affascinato e toccato il cuore.

Oltre tutto questo, assolutamente esistito e veritiero, va evidenziato uno sguardo particolare, va citata una dimensione speciale che ha accompagnato questo itinerario di eccellenza nell’Alta Marca trevigiana. Si può tradurre nella parola “custodire”, che ha davvero attraversato in ogni forma e in tutte le sedi questo significativo itinerario culturale svoltosi  a luglio a ottobre 2024, consolidando e rafforzando  il formidabile esito della medesima rassegna 2023.

Nei vari appuntamenti  stato ribadito più volte negli interventi dei promotori dei concerti, a cominciare dai responsabili dell’Istituto Beato Toniolo: serve un nuovo approccio generale e diffuso rispetto al tema della conservazione, della valorizzazione e della bellezza di casa nostra, che per troppo tempo ha visto dimenticanze, trascuratezze  e anche dissipazioni proprio in riferimento al mantenimento delle architetture e delle strutture artistiche che conservano gelosamente tesori di prim’ordine e gioielli d’inestimabile valore. In qualche modo, si è guardato con una certa superficialità alla questione della “bellezza domestica”, dando quasi per scontato che la stessa potesse durare all’infinito in questi luoghi per una sorta di favorevole congiuntura, per un felice destino, per una consuetudine invariabile nel tempo.

In pratica, non ci si doveva preoccupare di dare seguito ad interventi manutenzione, anche ordinaria, perché di fatto “le chiese sono sempre esistite” e non ci sarebbe stato nulla a cambiare il corso di questi eventi, mettendo in discussione questa granitica certezza arrivata a noi dai secoli e dai tempi passati. E invece, proprio in questa stagione che si è incaricata in generale di mettere in dubbio abitudini e convincimenti ormai acquisiti e immutabili nel sentire di tanti, i concerti realizzati per questo Festival in molte splendide chiese delle diocesi di Vittorio Veneto e di Padova hanno inserito un elemento importante e significativo di riflessione.

Grazie alla musica e alle illustrazioni del contesto artistico da parte degli esperti IBT, si è imposta decisamente all’attenzione dei tantissimi partecipanti, e non solo, il tema della salvaguardia del patrimonio storico e culturale del nostro territorio, che ha bisogno di essere conosciuto, riconosciuto, difeso e custodito nel senso più alto e più vero del termine, perché parte integrante e tassello fondamentale dell’identità e delle radici autentiche del suo popolo.

Tradotto: in questo senso, noi oggi ci troviamo in dono una serie di testimonianze di bellezza, straordinariamente ricche e valide, che ci arrivano direttamente dalla fede, dalla devozione, dal genio, dall’abilità tecnica, dall’amore per l’arte e dall’intraprendenza delle generazioni che ci hanno preceduto. Non è più tempo di lasciare al caso tutta la complessa questione della tutela effettiva di questo patrimonio, per cui vanno aiutati e sostenuti tutti coloro che si impegnano a custodire e a tenere aperti questi luoghi, e a rendere fruibile al pubblico gli stessi ambienti anche in occasione di eventi speciali e significativi per la vita della comunità. In tanti casi servirebbero lavori importanti di manutenzione ordinaria e pure straordinaria: non possiamo più tralasciare, trascurare e differire, pena il possibile deperimento e degrado di parti cospicue della nostra civiltà e cultura. Dobbiamo esercitarci ed educarci alla bellezza, e mettere in pratica tutte quelle azioni in rete che possono contribuire a realizzare in concreto quei lavori di restauro, recupero e valorizzazione che si rendono necessari urgenti a questo scopo.

Proprio per conferire verità alla “tradizione”, letteralmente “consegna”, di questi magnifici beni a noi, e da noi alle generazioni del presente e del futuro.  Senza dimenticare un fattore importante: la bellezza mantenuta, conservata e promossa deriva “in primis” dalle persone – e sono tante, più di quello che si immagina – che si dedicano a mantenere vivo quotidianamente questo spirito di attenzione, cura e dedizione ai luoghi sacri e alla loro dimensione artistica in terra UNESCO. Incontrati e ringraziati anche durante il Festival, hanno confermato  con massima disponibilità e gentilezza che solo l’amore, la passione, l’entusiasmo delle persone per la bellezza può cambiare il corso delle cose e diventare l’elemento decisivo per gettare fra la gente quelle basi del nuovo umanesimo che tutti auspichiamo.                      

(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: Istituto Beato Toniolo)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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