Oggi, martedì 21 marzo, si celebra la Giornata in ricordo delle vittime innocenti di mafia, una ricorrenza celebrata per la prima volta a Roma il 21 marzo 1996.
L’idea venne a don Luigi Ciotti, presidente di Libera, e a Saveria Antiochia, madre di Roberto, un giovane deceduto quando era agente di scorta del poliziotto Ninni Cassarà, quest’ultimo ucciso da Cosa Nostra a Palermo il 6 agosto 1985.
Un’iniziativa avvalorata poi da Carmela, madre di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Giovanni Falcone, con cui venne ucciso dalla mafia nella strage di Capaci il 23 maggio 1992.
La data del 21 marzo si rifà al fatto che è il primo giorno di primavera e, quindi, porta con sé un messaggio di speranza e di rinascita.
La volontà è quella di creare una memoria comune, ricordando i nomi e le storie di chi ha perso la vita per mano della mafia. Tale Giornata venne riconosciuta il 1° marzo 2017, con voto unanime, alla Camera dei deputati.
Anche la città di Conegliano in questa giornata ha una storia da ricordare: quella di Cristina Pavesi, studentessa universitaria di Lettere, rimasta vittima di un attentato della mafia del Brenta di Felice Maniero. Proprio da lei prende il proprio nome l’Informagiovani cittadino.
Il 13 dicembre 1990 è una data destinata a rimanere indelebile nella memoria storica del nostro territorio: Cristina, residente a Conegliano ma originaria di Treviso, stava rincasando dopo una giornata di studi, in cui aveva incontrato il proprio relatore, con cui aveva concordato la tesi di laurea.
La giovane si trovava a bordo del diretto Bologna-Venezia, treno che si trovò a passare proprio nel momento in cui un secondo convoglio, il Venezia-Milano, fu colpito da un’esplosione: gli uomini di Felice Maniero avevano infatti posizionato del tritolo sui binari ferroviari, con l’obiettivo di assaltare il vagone postale e accaparrarsi il bottino.
La deflagrazione provocò la morte sul colpo di Cristina: un dolore che ancora oggi, a distanza di tempo, non può essere cancellato.
Negli ultimi anni sono state diverse le iniziative per ricordare questa giovane vita spezzata: dall’intitolazione nel marzo 2021 della sala di lettura della biblioteca “Andrea Zanzotto” di Treviso al murale realizzato nel maggio dello stesso anno alla scuola media di Campolongo Maggiore (Comune del Veneziano da cui proveniva il boss Maniero), che raffigura sia Cristina sia Francesco Saverio Pavone, magistrato che riuscì a smantellare la Mafia del Brenta.
Senza dimenticare l’intitolazione a Cristina Pavesi dell’ex villa di Felice Maniero a Campolongo Maggiore, edificio ora divenuto la Casa delle Associazioni, mentre l’Università Ca’ Foscari di Venezia nel marzo 2022 conferì in suo ricordo un attestato di studi, consegnato alla zia paterna Michela Pavesi, da sempre impegnata a ricordare la vicenda della nipote.
(Foto: Il Bo live – Cosa Vostra).
#Qdpnews.it