Giornata mondiale della birra, la bibita alcolica più antica del mondo

Protagonista assoluta delle estati italiane c’è lei, la birra che, bevuta fresca alla spina o in bottiglia, permette di trascorrere piacevoli serate in città o in riva al mare. Si festeggia, dunque, oggi, 5 agosto, come ogni primo venerdì di tale mese, la giornata mondiale di una delle più antiche bevande alcoliche al mondo, ottenuta dalla fermentazione di mosto a base di malto d’orzo, aromatizzata e amaricata col luppolo.

Si può collocare la sua nascita tra il 5000 e il 4000 a.C., all’epoca dei Sumeri, era uno dei doni che veniva offerto agli Dei, come testimoniato da una tavoletta di terracotta ‘Monument Bleu’, rappresentante il primo documento in cui si parla di birra, che si trova, oggi, nel Museo del Louvre a Parigi.

Dopo la caduta di questo popolo a produrla furono i babilonesi, arrivando ad una ventina di qualità. Giunta in Egitto, assunse un’importanza tale che le persone più ricche si facevano costruire un vero e proprio birrificio in miniatura da collocare nella propria tomba e veniva, inoltre, collegata il dio Osiride, protettore dei defunti, quindi all’immortalità. In Grecia giunse con i Giochi Olimpici e in Italia con gli Etruschi che contagiarono i Romani. Verrà molto apprezzata anche dalle popolazioni barbariche e, in particolare, da Germani e Celti.

A decidere di celebrarla gli americani di Santa Cruz in California nel 2007 e la prima edizione si è tenuta nel 2008 con un evento che ha coinvolto diversi stati della West Coast degli Stati Uniti, ottenendo un successo tale da essere esportata in più di 80 nazioni. In questa occasione tutti gli appassionati di una bibita così speciale, il cui nome deriva dall’antico tedesco “bear o biar”, possono assaggiare alcuni dei più di 400 diversi tipi presenti al mondo e celebrarla.

“Teniamo più di 30 tipologie di birra – ha affermato Davide Palumbo, gestore da diversi anni della birreria Hosteria 31 a Pieve di Soligo – il periodo estivo è quello in cui va per la maggiore. Con la “combo” panino birra non si sbaglia mai. Si tratta infatti di una bevanda piacevole da accompagnare con i pasti, con un basso contenuto alcolico. – ha continuato il proprietario – Si va dai 5 gradi delle bionde ai 7 delle rosse. In estate ne vendiamo sui 150 litri a settimana. Noi prendiamo quelle americane e tedesche, ma ne esistono anche di prodotte nella nostra Marca, che sono piacevoli da gustare.”

Adriano Dal Negro, che dal 2015 possiede l’agribirrificio Petra Rubla a Pederobba, la bevanda la produce lui stesso: “Innanzitutto facciamo il malto – ha spiegato – che si ottiene dall’orzo e da altri cereali maturi. In seguito avviene la macerazione e la germinazione fino a renderlo pronto all’essicazione: se lo si lascia di più si ottiene la bionda, di meno la rossa. In seguito, l’orzo maltato viene macinato e miscelato con il mulino fino a ottenere il mosto, un infuso poi immerso in una caldaia e riscaldato a circa 100 gradi, fino all’ebollizione che permette di sterilizzarlo e concentrarlo”.

“A questo punto si aggiunge il luppolo, che dona l’aroma e il caratteristico sapore amarognolo. Con l’ultimo passaggio si raffredda il mosto per la fermentazione a una temperatura tra i 4 e i 20 gradi. Fondamentale è anche il lievito, che viene miscelato al mosto per trasformare gli zuccheri e gli aminoacidi in alcol, anidride carbonica e sostanze aromatiche. Esso – ha continuato – caratterizza la birra in ogni sua forma: spuma, aromi e corposità. Al termine, questa viene filtrata e imbottigliata o infustata.

Nonostante le torride temperature estive, queste non hanno influito, per fortuna, sulla produzione – rassicurato Dal Negro -. L’orzo viene piantato a settembre e raccolto a luglio, durante il ciclo invernale, dunque, e non ha subìto gli effetti della siccità”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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