“Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio”. De Leo: “Dobbiamo cambiare la narrazione del fenomeno!”

Diego De Leo, professore emerito di Psichiatria alla Griffith University

Questa mattina, martedì 10 settembre, in occasione della “Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio” è andato in scena a Palazzo Moroni a Padova il convegno “Il suicidio in Italia: verso un piano coordinato di interventi”.

Il corso era rivolto in particolare ai giornalisti che, nello svolgimento del loro lavoro, spesso si occupano delle tragedie che riguardano le persone che decidono di togliersi la vita.

Tanti gli argomenti trattati durante il convegno: difficoltà nell’identificazione del rischio di suicidio nelle diverse età della vita; il suicidio e le Forze dell’ordine; la prevenzione del suicidio nelle carceri; il suicidio in adolescenza; il fenomeno dei femminicidi-suicidi; la rilevazione del rischio e degli interventi per la prevenzione del rischio suicidario in ospedale.

Il primo intervento è stato affidato a Diego De Leo, professore emerito di Psichiatria alla Griffith University, Australia, presidente dell’Associazione De Leo Fund e del Comitato di Scopo per la prevenzione dei comportamenti suicidari.

In seguito, hanno preso la parola Luigi Lucchetti, medico e psicologo clinico, già direttore del Centro di Neurologia e Psicologia Medica della Polizia dello Stato, Armando Reho, psicologo, già direttore dell’Ufficio Detenuti e Trattamento, Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria per l’Emilia-Romagna, Marche e Triveneto, e l’avvocato Irma Conti, garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

È intervenuto anche Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano, docente nel Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca e nella Facoltà di Scienze della formazione Università Cattolica di Milano.

Gli ultimi interventi sono stati affidati a Fulvia Signani, psicologa e sociologa della Salute, docente all’Università di Ferrara e membro dell’Osservatorio Nazionale dedicato alla medicina di genere nell’Istituto Superiore di Sanità, con la collaborazione dell’Associazione GenerazioneD, Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta, criminologa e presidente dell’Associazione “Mai più violenza infinita Onlus”, e Giuseppe Deledda, direttore dell’Unità Operativa di Psicologia Clinica IRCCS “Sacro Cuore – Don Calabria”, presidente Eletto ACT Italia.

Si è parlato dell’aumento dei suicidi in Africa e della situazione degli Stati Uniti dove, a causa delle divisioni sociali sempre più marcate, crescono i suicidi anche se si investe molto nella prevenzione.

Si sono accesi i riflettori sull’aumento prodigioso degli antidepressivi che, però, non porta ad una diminuzione dei suicidi per i quali gli eventi di vita sono importanti (separazioni e conflitti di qualsiasi natura).

La Valle d’Aosta, il Friuli-Venezia Giulia, l’Umbria e la Sardegna hanno tassi di suicidi più alti di altre Regioni: nei contesti più remoti e isolati, infatti, ci sono meno possibilità di cambiare lavoro, di divertirsi e di sviluppare relazioni.

Ampio spazio è stato dato al tema del suicidio in adolescenza.

“Oggi siamo in un’epoca del post narcisismo – ha detto il dottor Matteo Lancini -. La verità è che oggi c’è una grande fragilità negli adulti e i bambini crescono svolgendo una ‘funzione consolatoria’ nei confronti dei loro genitori. Manca la capacità di chiedere all’altro chi è veramente e l’adulto spesso è impegnato a ‘sovraintendere alla vita dell’altro’. Le emozioni ci disturbano e la società, a partire alla scuola, promuove competizione“.

“L’apprendimento non è più al centro della scuola – aggiunge -, ma in molte occasioni si va a scuola solo per portare il malloppo a casa. Con i giovani ci comportiamo così: ‘sii te stesso a modo mio‘. Allora si crea un vuoto identitario, c’è un’ansia generalizzata e purtroppo i pensieri suicidari sono nella mente dei ragazzi. Su internet c’è un lenitivo della solitudine”.

“Parlare del suicidio abbassa il fattore di rischio – conclude -. I giovani coltivano una solitudine che li spinge verso internet. Oggi i ragazzi, nonostante quello che si dice, non sono al centro dei pensieri della politica e del mondo degli adulti. Togliere un sintomo all’adolescente senza capire il significato è doloroso. Bisogna stare nel dolore e affrontarlo, ‘allearsi con il sintomo’ è il primo approccio alla sofferenza adolescenziale. I ragazzi vogliono essere amati dai loro genitori, insegnanti ed educatori in generale”.

“È essenziale parlare di suicidio – ha affermato il professor Diego De Leo -: La Giornata Mondiale di quest’anno ha per titolo ‘Cambiamo la narrazione del suicidio‘ proprio per puntare l’attenzione sul fatto che bisogna essere più aperti rispetto a questo problema. Solo essendo più aperti e più disponibili, c’è la possibilità di fare qualcosa di costruttivo e di attivo in quest’area troppo relegata allo stigma o in secondo piano rispetto ad altre emergenze”.

“Il problema del suicidio è qualcosa di grave – continua – che rimane non solo nella memoria dei congiunti, ma anche in quella delle persone che hanno saputo di questa notizia e che hanno appreso di questo comportamento che poi rimane nel glossario appunto delle possibili reazioni comportamentali delle persone”.

“È doveroso – conclude – che l’informazione e le persone che hanno un ruolo nell’informazione sappiano raccontare non solo con umanità e sensibilità queste storie, ma anche seguendo un codice ben articolato di raccomandazioni per non suscitare troppo interesse o informazioni rispetto ai mezzi. È importante per dare loro anche un ‘armamentario’ utile a proteggere le persone e insegnare loro che, in caso di sofferenza o di bisogno, ci sono delle agenzie, delle persone competenti e dei volontari che possono fornire il loro aiuto”.

De Leo Fund ETS

Dal 2007 De Leo Fund si occupa di fornire supporto psicologico gratuito alle persone che hanno subito un lutto traumatico, ovvero la perdita di un proprio caro in modo improvviso, inaspettato e violento, come ad esempio da incidente stradale o sul lavoro, suicidio, omicidio, catastrofe naturale.

In seguito al drammatico evento della pandemia, i servizi dell’associazione sono stati estesi anche alle persone che hanno perso un proprio caro per Covid-19.

ContattiNumero Verde 800-168-678Info sui servizi clinici numeroverde@deleofundonlus.org

(Autore: Andrea Berton)
(Foto e video: Andrea Berton)
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