La meglio gioventù

Diranno ancora di più i prossimi Giochi Paralimpici di Parigi 2024, che si svolgeranno in dodici giorni, dal 28 agosto all’8 settembre, riunendo 4.400 tra i più importanti atleti paralimpici del mondo. I Giochi Paralimpici sono ormai tra i più grandi eventi sportivi a livello planetario, e a ogni edizione suscitano un interesse sempre maggiore da parte del pubblico.

Essi sono molto più di un semplice evento sportivo: offrono un’opportunità unica per concentrare l’attenzione del mondo sullo sport e sulla disabilità, ispirare gli individui, apportare cambiamenti sociali e promuovere opportunità professionali e sportive inclusive per le persone con disabilità.

Tante storie di coraggio, di riscatto, di voglia di affermare se stessi nel grande mondo delle discipline agonistiche, racconti che diventano un emblema tangibile ed eloquente di come la volontà indomabile e la fiducia incrollabile possano esprimere il senso pieno di umanità, di realizzazione, di incontro e di condivisione, oltre ogni barriera e ogni ostacolo che l’esistenza può mettere sul cammino delle persone.

“La meglio gioventù”, potremmo dire, prendendo a prestito questa definizione dal titolo del film di successo di Marco Tullio Giordana del 2003, ispirato a sua volta all’omonima raccolta di poesie di Pier Paolo Pasolini del 1954. Ma possiamo dire che hanno già parlato benissimo i Giochi Olimpici di Parigi 2024, apertisi ufficialmente il 26 luglio scorso e conclusisi proprio ieri: rimanendo soltanto nel campo della nazionale italiana, soprattutto femminile, hanno testimoniato la straordinaria preparazione delle atlete, capaci di eccellere ai più alti livelli in svariate discipline ma anche e soprattutto di dimostrare la forza morale, l’infinita costanza e lo spirito di sacrificio che hanno loro permesso di superare davvero tante difficoltà, apparentemente insormontabili.

Che cosa succede, ad esempio, nel caso di Alice D’Amato, che ha scolpito il suo nome nel palmares della ginnastica artistica, vincendo un’incredibile medaglia d’oro nella trave alle Olimpiadi di Parigi 2024? Un successo, il primo nella storia a cinque cerchi della ginnastica femminile italiana, che per Alice non rappresenta solo un traguardo personale, ma anche un omaggio commovente alla sua famiglia.

Alla sorella Asia, ginnasta come lei, e a papà Massimo, che non c’è più. Alice, genovese di 21 anni, con voce timida e occhi pieni di emozione, ha dedicato il suo successo alla sorella gemella Asia, al padre Massimo e a se stessa. “Ho gareggiato anche per mia sorella gemella Asia, che si è rotta il crociato e non ha potuto essere qui. Ho gareggiato anche per nostro padre Massimo, che è morto e oggi sarebbe così orgoglioso di noi. Ho gareggiato per me stessa. E non mi pare ancora vero di aver vinto” – ha raccontato durante la conferenza stampa. Le due sorelle D’Amato sono sempre state supportate dai genitori e, molto legate alla famiglia, nel 2022 hanno dovuto affrontare una grave perdita. Il padre, Massimo, vigile del fuoco che nel 2018 era stato anche tra i soccorritori dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova, è deceduto a seguito di una grave malattia.

La vittoria eccezionale di Alice D’Amato è stato un momento toccante per la famiglia e mentre la ginnasta veniva premiata con la medaglia d’oro, anche la sorella Asia ha voluto dedicare un pensiero al genitore scomparso, rendendo omaggio al suo ricordo in un’occasione così speciale: “Io non ho più parole … cosa hai fatto sorellina mia. Papà questo è per te”.  Alice D’Amato ha voluto dedicare la vittoria proprio al padre, che l’ha sempre supportata nonostante le difficoltà della sua disciplina. E così, poco dopo la vittoria alle Olimpiadi, ha affermato: “La sua perdita è stata qualcosa di immenso per noi. Ogni gara la dedichiamo a lui e questa medaglia è sua, davvero. Perché è lui che ci ha incoraggiato a fare ginnastica, era il nostro primo tifoso. Abbiamo pensato, io e Asia, tante volte di mollare tutto dopo gli infortuni. Ma è sempre il pensiero di lui a tenerci attaccate a questa vita faticosa e bellissima”.

Ecco, appunto: questa vita “faticosa e bellissima”, nutrita dagli affetti profondi, dal bene autentico, dalla forza degli insegnamenti che rimarranno per sempre, dalla dedizione e dagli incoraggiamenti continui che fortificano il cuore e la mente, e che aiutano in maniera decisiva  a formare una personalità forte e matura, capace di affrontare le sfide più importanti e a competere al meglio per i traguardi  più alti e significativi. Ecco lo sport come metafora della vita, come potente fattore di crescita e di gara sana e positiva per dar seguito al proprio talento  e alla proprie inclinazioni, aiutando tutti a comprendere e a stimare il valore di questo percorso di crescita individuale a forte valenza sociale. E non sono state da meno imprese le imprese sportive di Sofia Raffaeli, medaglia di bronzo nella ginnastica ritmica, e nella stessa disciplina dell’intera squadra italiana.

Ancora, hanno fatto parlare di se stesse per la brillante prestazione e la meta raggiunta le “fate” della ginnastica artistica, sempre con Alice D’Amato nel team, storica medaglia d’’argento, così come la mezzofondista Nadia Battocletti, splendido secondo posto sul podio nella gara dei 10mila metri piani. Ci sarebbero tanti altri nomi e tante altre citazioni, fino all’ultimo, leggendario trionfo della squadra femminile di pallavolo, per la prima volta nella storia olimpica medaglia d’oro per l’Italia, conquistata con uno strepitoso gioco del sestetto in campo, che ha surclassato le titolate avversarie affrontate  sino alla finalissima vincente con gli USA, e con una straordinaria solidità e unità della compagine allenata dal mitico Julio Velasco.

Ecco la meglio gioventù, impegnata, entusiasta, forte e straordinaria nella conquista delle mete più ambiziose a livello sportivo, sui palcoscenici più prestigiosi a livello mondiale, per riaffermare ancora una volta che la forza della vita, amata e affrontata con amore e gratitudine, aiuta a superare tutte le difficoltà. Ecco l’umanesimo forte e dinamico, che si nutre alle sorgenti più intime dell’animo umano, anche quelle di un dolore innocente e fecondo, come quello di Alice D’Amato, e che genera vita buona per tutti.                 

(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: Altea Gym)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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