L’essenziale

Il valore dell’essenziale dà significato e sostanza, dona eleganza ai vari momenti della nostra esistenza

Se ne avverte il richiamo, l’importanza, la reale necessità in tante occasioni della vita quotidiana, nelle quali si tocca con mano la pesantezza del superfluo, del ridondante, dell’eccessivo. Di quel di più che stona perché va oltre, aggiunge senza scopo, dilata senza emozionare. E’ il valore dell’essenziale, che alleggerisce, dà significato e sostanza, dona eleganza ai vari momenti della nostra esistenza.

Anche una canzone di Marco Mengoni, vincitrice al Festival di Sanremo nel 2013, ne aveva richiamato nel titolo la suggestione, l’aspirazione, il fascino. Tradotto: oggi abbiamo bisogno più che mai di ritrovare il cuore, la radice primaria, ciò che conta davvero, e di non perdere il nostro tempo e la nostra attenzione in cose che non meritano, che sono dispendiose, e che rischiano di rivelarsi artificiose, con poco costrutto, distanti dalla verità dei fatti e dei sentimenti.

Tutto questo si può constatare innanzitutto a livello di comunicazione, quando i lunghi discorsi e le orazioni con troppe concessioni alla retorica hanno il potere di disperdere i contenuti centrali del messaggio, di far venire meno la concentrazione in coloro che ascoltano, di togliere l’attenzione che sarebbe garantita e favorita invece dalla sintesi efficace e opportuna di concetti e di parole. Non c’è da stupirsi infatti: al nostro tempo i meccanismi dell’informazione digitale a portata di smartphone ci hanno messo nella condizione di dedicare spazi temporali sempre più ridotti alla lettura e alla comprensione di testi, per cui inevitabilmente abbiamo in generale meno pazienza e docilità per quanto riguarda l’accoglienza e la ricezione di interventi orali da parte di persone in presenza, specie dell’ambito istituzionale.

Tutto si fa più complicato ed esigente, quindi, e allora diventa più che mai necessario avere la capacità di comunicare in maniera diretta, breve, sentimentale, emozionale, quello che dobbiamo dire in pubblico. Trasmettere l’essenziale, dunque, senza concessioni a concetti, esempi e racconti che non hanno il potere di attrarre veramente l’uditorio, e che invece rischiano di stancare e distrarre, a volte anche di infastidire. Per il relatore dell’evento in questione, inevitabilmente, tutto questo si traduce nella ricerca di concisione e di verità, per parlare direttamente all’intelligenza e al cuore delle persone, esprimendo un concetto di cultura nel senso più alto, moderno ed elegante, non autoreferenziale e vanitoso ma umile e popolare, posto veramente al servizio della crescita e all’elevazione di tutti e di ciascuno.

Togliere, espungere, tagliare, limare: ecco molto spesso il compito primario di chi ha scienza ed erudizione, esperienza e leadership, che si realizza in pieno nella sua “mission” proponendo alla fine una comunicazione sapiente e rispettosa, che guardando sinceramente all’essenziale sappia farsi stimare e apprezzare da tutti. Ma i settori della frenetica vita odierna in cui applicare questa indicazione di fondo sono i più svariati, e comprendono gli ambiti nei quali si avverte la necessità, oggi più che mai, di evitare perifrasi, astrusità, ineleganze, stranezze: moda e cucina, arte e musica, cinema e televisione.

In tanti anni abbiamo subìto il senso quasi inarrestabile di un “troppo che storpia”, di un procedere alla ricerca costante di “effetti speciali”, di tentativi andati a segno di stupire e meravigliare ad ogni costo, anche facendo ricorso al cattivo gusto e alla volgarità. Ecco: di fronte a questo disordinato approccio alla vita e ai suoi valori di fondo, avvertiamo sempre più l’inutilità, l’inopportunità e l’insignificanza di visioni e dinamiche, a livello culturale e sociale, che mettono al bando la semplicità, l’intelligibilità, la facile comprensione dei pensieri, degli stili e delle azioni concrete.

E’ proprio una questione che va alla radici della cosiddetta “società liquida” del nostro tempo, in cui la superficialità, l’evanescenza e la fluidità di una serie di convincimenti della mentalità comune e dei processi collegati, rischiano di  allontanare molto la solida chiarezza dei principi di riferimento che stanno alla base di una felice convivenza di comunità. Si verifica una distanza dall’essenziale, dai valori fondanti, dalle autentiche priorità che danno senso e sapore alla vita, per cui si fa più fatica a trasmettere la pulizia, l’equilibrio, l’armonia e la linearità che sono caratteristiche distintive del cuore e della mente di colui che ha capito veramente che cosa sia l’essenziale, da cui tutto il resto prende forma e significato. E’ come se un agitarsi continuo, confuso e spesso inconcludente e senza costrutto, si fosse impadronito delle nostre esistenze, invece di perseguire qualcosa di vero, stabile, serio e definitivo a cui fare riferimento, senza inutili giri di parole, dati ingannevoli, esperienze provvisorie e caduche, obiettivi irreali e inconsistenti.

Essenzialità cercasi, come ci hanno insegnato i maestri dell’anima e dello spirito, gli architetti classici, gli artisti insuperabili, gli stilisti dell’eleganza sublime, i creativi geniali, che hanno donato all’umanità di ogni tempo icone e cifre di vita buona in pienezza.       

(Foto: Pixabay).
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