Nella giornata mondiale del cane, largo agli “anziani”: perché amare un cucciolo anche quando invecchia

Oggi, giovedì 26 agosto, è la Giornata mondiale del cane: in questa ricorrenza si tende a vedere celebrati esemplari docili, cuccioli, piccoli, allegri e teneri, che danno la zampa, giocano con un gatto o guardano con un’espressione rattristata il padrone mentre è seduto a tavola. Cani addestrati, che vincono contest o che salvano vite, che diventano influencer, persino che “parlano”: la giornata dei cani è dedicata però anche ai cani più anziani, poco socievoli e anzi a tratti scorbutici, che hanno esaurito le proprie forze fisiche, che soffrono di artrite e hanno bisogno di cure. Amici che bisogna comunque accudire fino alla fine, non sempre senza angoscia, perché è bene ricordare fin dall’inizio che “un cane è per sempre”.

In genere, la longevità di un cane di razza si misura tra i dieci e gli undici anni, mentre un meticcio può superare i quindici anni: l’età avanzata, per un cane, non è sempre una cosa di cui vantarsi. Il caso di Pebbles, toy fox terrier statunitense di 22 anni e 60 giorni, mostra che esistono delle eccezioni, che alcune specie possono raggiungere il ventennio senza gravi patologie, ma è bene considerare il livello di sofferenza del proprio cane già a partire dai primi sintomi della vecchiaia. Chiediamo così ad Alessio Trentin, uno dei titolari di Pra’ Zoo, pet shop di Valdobbiadene e Cornuda, qualche consiglio sulla gestione di un cane anziano.

“È chiaro che occuparsi di un cane anziano è molto diverso rispetto a prendersi cura di un cucciolo – premette Trentin -. È necessario prima di tutto rapportare gradualmente le sue abitudini a una vita meno faticosa: trasformare così il fatto di doverlo “far correre” con il dovere di portarlo a fare due passi, consentirgli di affrontare ancora degli stimoli, ma evitare di costringerlo a fare sforzi troppo grandi, come – per esempio – le scale. Anche le abitudini alimentari possono cambiare drasticamente ed è bene considerare eventuali patologie comuni alla razza a cui il cane appartiene, scegliendo degli alimenti specifici a loro delicati. Spesso i cani di piccola taglia hanno problemi cardiaci, perciò necessitano di mangimi meno proteici, mentre quelli più grandi soffrono di frequente di disturbi come artriti o displasie”.

“Non è da dimenticare – aggiunge Trentin – che quasi tutti i cani perdono sensibilità nell’olfatto, nel gusto e nella vista: questo fa sì che un cane più anziano sia meno prudente nello scegliere cosa mangiare e cosa non mangiare, aumentando la possibilità di ingerire qualcosa di tossico. Sta a noi stare attenti a questi aspetti: esistono vari strumenti per prendersi cura dei cani anziani, compresi alcuni integratori e stimolanti che li aiutano a compensare alcune difficoltà fisiche”.

Che sia vero che i cani sono in grado di esprimersi consapevolmente attraverso le espressioni facciali è stato dimostrato recentemente da uno studio inglese: ciò che è ancor più sorprendente, però, è che i cani si esprimono in questo modo soltanto con noi umani, probabilmente per suggerirci di dar loro delle attenzioni (o, ancora meglio, del cibo).

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(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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