Oggi è la Giornata mondiale del donatore di sangue: come è nata e quanto è essenziale contribuire

Ricorre oggi, martedì 14 giugno, la Giornata mondiale del donatore di sangue, proclamata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, nel 2004.

In questa data nel 1868 era nato il medico e biologo austriaco Karl Landsteiner, che nel 1900 identificò tre dei gruppi sanguigni umani A, B, 0 inventando così il sistema AB0.

Tale scoperta permise di comprendere se il sangue di due individui era compatibile o meno e di procedere così alla trasfusione con metodi sicuri e pratici. Si trattava, infatti, precedentemente di un’azione molto pericolosa, ma dal 1907, quando entrò in uso l’identificazione del gruppo sanguigno, venne praticata su vasta scala e permise, durante la prima Guerra mondiale, di salvare numerose vite umane.

Visto che il sangue è un tessuto, un insieme di cellule strutturalmente simili, che svolgono la stessa determinante funzione all’interno dell’organismo, si può considerare il primo trapianto nella storia della medicina.

Landsteiner scoprì, inoltre, il fattore Rh, cioè l’antigene proteico sulla superficie dei globuli rossi: se una persona lo possiede si dice che, relativamente al sistema Rh, è positivo, altrimenti, negativo.

Nella sua lunga carriera nella medicina egli identificò per primo il virus della poliomelite, detta anche polio o paralisi infantile.

Una malattia altamente contagiosa e acuta che si trasmette da un individuo all’altro per via oro-fecale, se penetra nella circolazione sanguigna e nel sistema nervoso centrale colpisce i neuroni motori causando debolezza muscolare o addirittura la paralisi acuta. Grazie a tale scoperta, nel 1908 il virus venne isolato.

Grazie alle sue scoperte, oggi donare il sangue è un’azione importantissima per i servizi di primo soccorso e di emergenza, ma anche negli interventi chirurgici e nei trapianti di organi e midollo osseo. Non se ne può fare a meno neanche per la cura delle malattie oncologiche, ematologiche e nell’anemia cronica. Si tratta di un presidio terapeutico prezioso, non producibile in laboratorio.

Per farlo è necessario avere tra i 18 e 65 anni, pesare più di 50 kg ed essere in buona salute. Si può donare sangue interno, un’operazione che richiede 10 minuti ed è effettuabile ogni tre mesi; solamente il plasma che grazie ad un separatore cellulare viene diviso dalle altre componenti del sangue reinfuse nel donatore e richiede intorno ai 50 minuti, lo si può fare per legge ogni 14 giorni per un massimo di 12 volte l’anno; si possono offrire, inoltre, le sole piastrine fino a 6 donazioni l’anno, si tratta di un operazione che richiede più tempo, intorno ai 70 minuti, ma fondamentale per i pazienti sottoposti a trattamenti chemioterapici.

In Italia l’AVIS, Associazione Volontari italiani del Sangue, nata per garantire un’adeguata disponibilità di sangue e dei suoi emocomponenti a tutti i pazienti che ne hanno necessità oggi riesce a garantire l’80% del fabbisogno nazionale e può contare su 1.300.000 soci che ogni anno contribuiscono alla raccolta di 2.000.000 unità di sangue e dei suoi derivati.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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