Damaso fu papa dal 1° ottobre 366 all’11 dicembre 384.
Succeduto a Liberio, di cui era stato per qualche tempo compagno di esilio, dovette lottare contro le sette di eretici ariani, novaziani, donatisti africani, luciferiani, che pullulavano a Roma in quel tempo. Il primo decennio del suo pontificato fu difficile, anche perché c’erano due antipapi: Felice, morto nel 367 e, dopo di lui, Orsino, insediatosi in una chiesa romana, contro il quale ci furono duri scontri con dei morti. Damaso fu prima esiliato in Gallia per un certo tempo, e al rientro in Italia fu processato per false accuse di adulterio mossegli dai suoi nemici.
Egli seppe comunque dimostrarsi uomo di governo e degno pastore universale. Tre glorie gli sono giustamente attribuite. La prima fu il ristabilimento della pura fede nicena: nel concilio chiamato poi Ecumenico Costantinopolitano II, fu promulgato il “Credo” che si recita nella Messa. Secondo merito è avere chiamato a Roma san Girolamo per affidargli la versione latina del Nuovo Testamento e la correzione della versione esistente dell’Antico Testamento, offrendoci così la redazione della Bibbia detta Vulgata. Terza gloria di papa Damaso è il culto da lui tributato alla memoria dei martiri, le cui tombe furono ornate di iscrizioni metriche dettate da lui e scritte su lastre marmoree dal suo calligrafo Furio Dionisio Filòcalo con bellissimi caratteri chiamati poi “damasiani”. A lui si deve anche la sostituzione del latino al greco (salvo il Kyrie) nella liturgia. Inoltre il suo pontificato, in quello che venne chiamato giustamente “il secolo d’oro dei Padri”, fu illustrato da una fioritura miracolosa di anime: in Oriente Atanasio, Basilio, Gregorio Nazianzeno, Gregorio Nisseno, Cirillo di Gerusalenne, Epifanio, Didimo, Efrem; in Occidente Ilario di Poitiers, Eusebio di Vercelli, Ambrogio, Agostino, Girolamo, Prudenzio e Paolino di Nola. Il santo pontefice morì ottuagenario e fu sepolto in San Lorenzo in Damaso.
(Foto: Wikipedia).
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