La tradizione narra che fossero due fratelli cristiani eunuchi, schiavi di Eugenia, figlia del nobile romano Filippo, prefetto di Alessandria d’Egitto. Grazie ai loro insegnamenti, Eugenia si convertì al cristianesimo e come lei molti altri finché vennero denunciati, arrestati e costretti all’adorazione degli dèi.
Subirono molte violenze fino ad essere martirizzati nel III secolo. Vengono ricordati a Roma nel cimitero di Basilla sulla via Salaria Antica dove, dopo più di quindici secoli, si ritrovò il sepolcro intatto con i tumuli nascosti sotto terra.
L’esistenza dei due martiri romani è storicamente provata dall’epitaffio composto da Papa Damaso nel IV secolo e dal ritrovamento delle loro ossa nel 1845 nello stesso cubicolo dove era posta l’iscrizione.
Le ossa di Proto sono oggi venerate nel Collegio di Propaganda Fide, quelle di Giacinto nella chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini.
(Foto: web).
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